Salerno. “I miracoli esistono“. E’ stato uno degli ultimi post pubblicati su Facebook da Antonietta Corinto, la neo mamma 26enne di Sapri che stamani si è uccisa all’ospedale Ruggi D’Aragona di Salerno. Si è lanciata dal sesto piano dopo aver allattato il figlio, il piccolo Vincenzo.
Solo pochi giorno fa aveva pubblicato sui social l’immagine della Madonna incinta con una frase che parlava di “protezione delle donna inciente e dei bambini che stanno per nascere”. Tante poi le foto insieme al marito ed i post dedicati alla gravidanza e ai neonati. A quanto pare è stato più forte però il male contro cui combatteva: uan forte forma depressiva. “Il mio cuore di mamma non ti abbandonerà mai e non smetterà mai di amarti ogni giorno della sua vita”, recita un altro post. Antonietta stamani ha però deciso improvvisamente di farla finita, lasciando il suo figlioletto, il piccolo Vincenzo, senza una madre a pochi giorni dalla nascita.
La notizia ha fatto rapidamente il giro della cittadina di Sapri, nel Cilento, dove Antonietta viveva col marito Gerardo, a cui era legato in matrimonio da due anni. La giovane era molto conosciuta per il suo lavoro da parrucchiera. Secondo quanto trapela, però, la 26enne soffriva da tempo di sindrome depressiva.
La depressione post parto è infatti un disturbo di natura psicologica che può manifestarsi a vari livelli di gravità: da forme lievi e transitorie che prendono il nome di baby blues, a depressioni conclamate e più durature, fino alla psicosi post parto, decisamente più rara ma anche più grave. I primi sintomi sono ansia e preoccupazione, umore abbattuto e depresso, con tendenza a vedere tutto nero, perdita di interesse o di piacere nel fare le cose, alterazioni del sonno – si può soffrire d’insonnia o, al contrario, dormire troppo – e dell’appetito, che può essere (molto) più scarso o più abbondante del normale. Inoltre ci sono manifestazioni legate in modo specifico alla maternità, come il senso di inadeguatezza rispetto al fatto di prendersi cura del bambino. In pratica, ci si sente incompetenti, incapaci di far fronte alle esigenze del piccolo.