Il Napoli c’è. Dopo il capitombolo con l’Empoli ci mette poco a rialzarsi e rosicchia due punti d’oro alla Lazio che è attesa al San Paolo per l’atto conclusivo del campionato, ma soprattutto è attesa da un calendario pressoché impossibile che oltre al Napoli prevede le sfide con Sampdoria, Inter e Roma, un derby dal profumo di Champions, un derby ad alta tensione viste le minacce di morte che i tifosi giallorossi hanno proferito ai propri giocatori.
La partita di ieri è stata invece decisa in 47 secondi, quelli che fanno entrare De Sciglio nella storia del calcio italiano dalla porta sbagliata perché mette giù Hamsik da dietro e si becca la più veloce espulsione di tutti i tempi, inoltre regala un rigore al Napoli, poi sbagliato da Higuain.
Dopo la sconfitta con l’Empoli, dopo il rigore sbagliato, con il Milan che si difende in 10, non era facile rialzarsi, ed infatti Higuain su tutti per alcuni minuti è sembrato davvero scosso, ma dopo un assedio totale il muro rossonero è poi crollato.
Nonostante inferiorità numerica nel primo tempo l’occasione più pericolosa è del Diavolo che si impossessa di Bonaventura e spedisce il pallone sul palo esterno con Andujar battuto, è però solo un’illusione perché il Napoli domina letteralmente: tira 27 volte, fa il 78% di possesso palla, se non è un record, poco ci manca. Gli ingressi di Gabbiadini, per uno spento Jorginho, e di Mertens, per un Insigne che non fa una grande partita ma che comunque si prende la sufficienza, cambiano il match e aiutano gli azzurri a trovare i 3 gol in 6 minuti, 3 gol in rapida successione al Milan, come quella notte di Istanbul di 10 anni fa. 3 gol ed un immenso protagonista, quel capitano tanto insultato che, almeno statisticamente, continua a macinare quella che si andrà a ricordare come la migliore stagione della sua carriera.
Nel finale spazio anche per l’esordio di Luperto, classe 1996, leccese, il miglior difensore del vivaio azzurro. Il Napoli domina, impera e distrugge i milanesi.
Nota a margine: sugli spalti, onore ai tifosi del Milan che dal settore ospiti, per una volta, non inneggiano al Vesuvio, ma ad Antonella Leardi, nell’anniversario dell’agguato di Daniele De Santis che ha portato al ferimento a morte di Ciro Esposito. Questo è il calcio che vogliamo, rispetto e coraggio.