Arrivata la sentenza definitiva per Giovanni Bevilacqua, il 51enne casertano che aggredì la moglie, M. C., e la figlia con diverse coltellate. L’uomo era accusato di tentato omicidio, ingiuria, minaccia e lesioni. Sei anni di reclusione è la pena che la Cassazione gli ha inflitto, confermando la sentenza della Corte d’Appello.
Bevilacqua ha, comunque, beneficiato di uno sconto di pena per effetto dell’applicazione delle attenuanti generiche, che il giudice di primo grado, nel caso specifico un gup in rito abbreviato, aveva negato, infliggendo una pena più alta. I giudici di terzo grado hanno invece respinto un ricorso simile presentato dai suoi avvocati.
L’uomo si è sempre difeso, sostenendo di non aver avuto l’intenzione di uccidere né la moglie né la figlia. In tal senso, se avesse avuto questa intenzione, a detta sua, avrebbe colpito gli organi vitali, cosa che non ha fatto. Al contrario, la Corte di Appello, che poi si è vista confermare la sua ricostruzione dalla Cassazione, ha stabilito che le traiettorie dei fendenti erano indirizzate all’addome e al volto, e quindi potenzialmente fatali. Solo il gesto della moglie di coprirsi prima il viso e poi la pancia con le mani, ha evitato che quel coltello la attingesse in maniera potenzialmente letale.