Melito. Ci sono voluti circa due minuti agli artificieri per capire di cosa si trattava: una semplice batteria (forse di un giocattolo per bambini). Un rifiuto lasciato lì sul marciapiedi. Dopo l’allarme lanciato in mattinata dai residenti, i carabinieri della locale tenenza hanno così liberato la zona poco dopo le ore 10. Falso allarme, preoccupazione inutile: non c’era stata manomissione e il presunto ordigno non avrebbe mai potuto esplodere. Per questo non c’è stato bisogno di disinnescarlo.
La batteria era stata abbandonata in via Abete (nei pressi del cine-teatro Barone) dinnanzi la casa di Alfredo Mariani, attuale capostaff del sindaco Amente e già assessore al bilancio con Carpentieri. Ciò aveva fatto inizialmente pensare ad una possibile ritorsione politica. E invece niente di tutto questo: gli artificieri, giunti sul posto, non hanno attivato alcuna procedura di sicurezza. Accertata la natura dell’oggetto, i militari non hanno ritenuto necessario neanche porre sotto sequestro il presunto ordigno e hanno deciso di gettarlo dirattemente tra i rifiuti.
A lanciare l’allarme era stato un residente, che si era accorto della presenza della batteria supponendo si potesse trattare di fuochi d’artificio. L’uomo avrebbe persino gettato dell’acqua sull’oggetto, poi per precauzione avrebbe deciso di chiamare i carabinieri. Anche dopo gli accertamenti degli uomini della Benemerita, però, il caso non si è spento, anzi. Per il primo cittadino, Antonio Amente, è un “atto intimidatorio nei confronti dell’amministrazione comunale” attraverso un “un ordigno con predisposizione ad essere telecomandato“. Evenienza, quest’ultima, completamente smentita dalle forze dell’ordine.