Sono oltre 2mila i minori a rischio a Giugliano. Bambini e ragazzini di cui si occupano, per vari motivi di disagio socio-culturale o povertà, i servizi sociali comunali. Un settore che però sicuramente non se la passa bene, nonostante il grande lavoro di dirigenti ed impiegati. Oltre al responsabile di settore, infatti, c’è solo un dipendente assunto a tempo indeterminato. Gli altri, tra assistenti sociali e 7 responsabili di area, sono assunti con contratti a termine ed ogni anno si valuta il rinnovo.
Secondo una stima, mancherebbero almeno altri 20 dipendenti ai servizi sociali. Con questo organico ridotto, la mole di lavoro è abbastanza importante. Come detto in precedenza, circa 2mila minori da seguire considerando anche le difficoltà nel seguire la fascia costiera. Lì manca un ufficio distaccato e molti che avrebbero bisogno non riuscirebbero a mettersi in contatto con gli uffici di via Aniello Palumbo. Poi ci sono quelli che vivono in città ma hanno residenza in altri comuni: situazioni difficili quindi da controllare. Tante le questioni delicate da affrontare. Lo scorso anno scolastico sono stati seguiti circa 150 casi di dispersione scolastica, minori in età dell’obbligo iscritti ma non frequentati. Il 70% sono stranieri, soprattutto di etnia rom.
Ci sarebbero anche casi di analfabetismo in età avanzata. Alcuni ragazzini nomadi a 14 anni frequentano ancora la terza elementare. La situazione più difficile si registra proprio negli accampamenti sparsi tra zona Asi e Ponte Riccio, dove si contano circa 500 bambini. Ci sono due navette comunali per il trasporto scolastico ma molti continuano a non andare a scuola, in particolare quelli del campo di via Vaticali, il cosiddetto ‘fosso’ al confine con Qualiano. Qui molti bambini vivono seminudi tra fango e rifiuti di ogni genere, in una condizione igienico-sanitaria disastrosa.
Problemi ci sono però anche nella popolazione giuglianese residente al centro, da Camposcino alla zona di San Nicola e via Colonne, Corso Campano nei pressi del Comune, via Bosco a Casacelle e sul litorale soprattutto a Licola mare. Molti arrivano alla terza media e decidono di iniziare a lavorare, altri non vanno avanti per altri motivi come il bullismo. L’anno scorso 3 casi sono stati recuperati dagli uffici comunali e sono arrivati alla frequenza dell’obbligo fino ai 16 anni. Poi da seguire ci sono due piccoli migranti non accompagnati, una trentina di ragazzini dell’area penale ed altri 31 in comunità, per cui i genitori hanno perso la potestà e sono sotto la tutela dei servizi sociali.
A sostegno degli uffici comunali, l’amministrazione guidata dal sindaco Poziello ha deciso di istituire tre centri esterni per minori affidati a cooperative: Fratelli Maristi, Famiglia al Centro al Rione Marconi ed un altro a Casacelle.