Sicilia, il coraggio di Federico morto abbracciato alla sorellina: “Papà, la tengo io”

“Papà, la tengo io”. Avrebbe gridato così Federico Giordano, il 15enne morto insieme a quasi tutta la famiglia nella tragedia di Casteldaccia. Lui e la sorellina, Rachele, un anno appena, erano inseparabili. Quando l’ondata di fango ha travolto il villino in cui tutti stavano festeggiando, lui l’avrebbe afferrata gridando al padre che l’avrebbe salvata lui.

Putroppo i due fratellini non ce l’hanno fatta. Quando l’acqua è entrata con violenza sfondando gli infissi dell’abitazione che suo padre Giuseppe aveva affittato due anni fa, Federico non ha esitato a prendere la sorellina e sollevarla in alto. “La tengo io, papà”, ha detto a suo padre, provando a salvarle la vita. Ma non c’è stato nulla da fare. In pochi istanti l’acqua è arrivata sui tetti e Federico e Rachele sono stati risucchiati da quel fiume di fango assieme ad altre 7 persone, tra cui la loro mamma.

Il papà Giuseppe, che non si dà pace per quanto accaduto, è stato sbalzato vicino all’argine del fiume, riuscendo ad aggrapparsi a un albero. Lì è rimasto per due ore in attesa che arrivassero i soccorsi. “Gridavo con tutta la forza in corpo per chiedere aiuto per i miei familiari – ha raccontato ieri ai cronisti -. Ma ho perso tutto. Mia moglie e due figli. Sono un uomo disperato. Quando il fango è entrato dalle finestre, è andata via la corrente e non ho visto più nulla”.

IL RACCONTO DEL PAPA’:

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