Macerata Campania, pedofilo entra di notte nella stanza della figlia della convivente e la violenta: “Se parli, ti uccido”

Violentava la figlia della convivente a soli 11 anni. Violenze perpetrate di notte e giorno. Succede a Macerata Campania, in provincia di Caserta, dove i Carabinieri della locale Stazione hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di S.I. (cl’64), gravemente indiziato dei reati di violenza sessuale continuata aggravata ai danni di una delle figlie dell’ex moglie – all’epoca dei fatti minore di anni 14 – nonché di atti persecutori (art. 612 bis) nei confronti della stessa ex convivente e di entrambe le sue figlie.

Il provvedimento cautelare costituisce l’esito degli accertamenti svolti dalla P.G. procedente, indagini dirette da questa Procura, a seguito della denuncia sporta, in data 07.09.2018, dall’ex compagna dell’indagato, i cui contenuti sono stati puntualmente riscontrati dalle dichiarazioni rese dalle vittime dei reati sopra descritti nonché da quelle acquisite da ulteriori persone informate sui fatti. In particolare, abusando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della persona offesa, a partire da quando la vittima aveva 11 anni, l’uomo la costringeva a subire atti sessuali, sia di giorno che durante la notte, minacciando di ucciderla se avesse parlato con qualcuno dell’accaduto.

Inoltre, dalle dichiarazioni rese dalle persone informate sui fatti, l’indagato si sarebbe reso responsabile anche di ulteriori abusi sessuali, in danno dell’altra figlia della sua ex compagna, fatti che, essendo risalenti nel tempo, risultano ormai prescritti. Infine, dalle risultanze investigative è emerso che a partire dal mese di agosto,  dopo la fine della relazione con la compagna, poneva in essere condotte reiterate e moleste consistenti nel pedinare la stessa nonché le sue due figlie nei loro spostamenti quotidiani, ingiuriandole e minacciandole ripetutamente di morte, anche con l’uso di una siringa. Il G.I.P., concordando con la misura coercitiva avanzata da quest’Ufficio, anche per quanto riguarda la sussistenza di concrete ed attuali esigenze cautelari, ha disposto per l’indagato la misura cautelare della custodia in carcere.

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