Una vicenda terrificante quella avvenuta ad Acerra, che trova finalmente il suo epilogo nelle aule di giustizia. Una mamma, 47enne del posto, è stata condannata dalla Corte di Appello di Napoli a 21 anni di prigione con l’accusa di aver fatto prostituire le due figliolette minorenni.
La donna – già condannata in primo grado a 24 anni – era stata arrestata nel luglio del 2016 dalla Squadra Mobile di Napoli, su ordine della Procura, per aver costretto le figliolette di 12 e 16 anni ad avere rapporti sessuali con l’anziano residente nel piano di sotto in cambio di poche decine di euro. Il tariffario dell’orrore andava dai 2 euro per una “toccatina” ai 50 per un rapporto completo. I soldi che la donna raccoglieva le servivano per acquistare generi alimentari e altri beni di prima necessità. Uno scenario di degrado e di povertà che è stato scoperto nel 2016 grazie a servizi social di Acerra.
Una delle bimbe, infatti, affidata ad una casa famiglia, iniziò a parlare sia con l’educatrice che successivamente con le assistenti sociali del Municipio. All’inizio poche parole che diventarono sempre più un racconto horror fino a svelare quanto avveniva tra le mura domestiche di quello stabile di una centralissima zona di Acerra, dove le bimbe si recavano a casa di quell’uomo, definito sia “zio, nonno, vecchio o porco”.
Nel processo sono state prodotte prove schiaccianti e referti medici che portarono alla scoperta di lesioni riconducibili agli abusi sessuali subiti tra il 2015 e il 2016. Ancora più schiaccianti, infine, furono le parole delle bambine che avevano confermato le accuse nei confronti della mamma.
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