Una donna di 43 anni è stata condannata a 7 anni di reclusione in appello, con la conferma della condanna di primo grado, con l’accusa di aver venduto sua figlia, di appena 13 anni, costringendola alla prostituzione. Condannato anche un 63enne, considerato addirittura un cliente abituale.
L’accusa per lui era di violenza sessuale su minore e sfruttamento della prostituzione, ed è stato condannato a 9 anni e 4 mesi di reclusione. Le violenze si sono consumate in un periodo durato due anni, tra il 2014 e il 2016, nei comuni di Roccadipiemonte e Castel San Giorgio, nel salernitano. L’uomo era entrato in contatto con la famiglia durante alcuni lavori di ristrutturazione. Approfittando della situazione economica complicata della donna, le aveva proposto di vendergli la figlia. Per gli inquirenti è stata costretta ad avere rapporti sessuali anche con altre persone.