Racket dei Casalesi al Nord, arrestati in sette: sono di Napoli, Sant’Antimo e Torre del Greco. I nomi

Un patto tra clan dei Casalesi e camorra partenopea per estorcere danaro nel Nord Italia. Eseguiti sette arresti tra Milano, Napoli, Treviso e Verona. Tutti gli indagati devono rispondere di aver partecipato, a vario titolo, ad estorsioni commesse in Croazia e pianificate in Italia in danno di imprenditori e professionisti, alcuni dei quali italiani e operanti a Pola.

All’esito di approfondite indagini, è stato accertato che Fabio Gaiatto, presunto intermediario finanziario di Portogruaro –  attualmente detenuto  per altra causa a disposizione della magistratura friulana – avesse investito ingenti somme di denaro, circa 12 milioni di euro, appartenenti a consorterie criminali riconducibili al clan dei “Casalesi “.

L’indagine ha poi acclarato che l’indagato aveva allestito un complesso sistema per investire illecitamente i capitali utilizzando diverse società con sede in Croazia, Slovenia, Gran Bretagna. Le autorità croate, nei primi mesi del 2018, sulla base di denunce acquisite da un professionista croato ed accogliendo le istanze di altri creditori, procedevano al pignoramento dei conti correnti delle società facenti capo al Gaiatto e disponevano il blocco finanziario delle stesse, così oggettivamente impedendogli di restituire quanto da esso investito dal clan.

L’acuirsi del dissesto finanziario del Gaiatto e le contestuali pressanti esigenze dei suoi sodali campani di rientrare in possesso delle ingenti somme impegnate, conducevano gli stessi in un limitato arco temporale a mettere in atto plurime condotte estorsive nei confronti di numerosi professionisti, italiani e croati.

In tale contesto è emerso il ruolo iperattivo di soggetti riconducibili ad organizzazioni camorristiche i quali, in primis, assumevano la tutela del Gaiatto, garantendogli una sorta di protezione da eventuali attività ritorsive dei creditori, esasperati per il mancato rientro dei capitali investiti, assicurando al medesimo la loro costante presenza nella sua abitazione e/o accompagnandolo in occasione dei suoi spostamenti. Gli stessi soggetti – specificatamente gli arrestati Iozzino Francesco Salvatore Paolo, Celentano Gennaro, Curtiello Mario, Borriello Walter, Cardone Luciano, Esposito Domenico – ed altri loro sodali pure indagati, costringevano le vittime a rinunciare agli ingenti crediti da essi vantati nei confronti del Gaiatto, inducendole anche a cedere a quest’ ultimo beni mobili ed immobili senza alcun corrispettivo nonché a fare consistenti prestiti che poi avrebbero dovuto far confluire sul conto di società del  faccendiere Gaiatto.

Numerosi gli episodi estorsivi emersi che non solo hanno evidenziato la determinazione a delinquere degli arrestati ma anche i consistenti interessi economici in gioco, pari a un giro di affari di decine di milioni di euro puntualmente ricostruito dagli uomini della DIA di Trieste la cui attività operativa ha consentito l’arresto di:

  1. GAIATTO Fabio, 43 anni, imprenditore di Portogruaro (VE), già detenuto;
  2. IOZZINO Francesco Salvatore Paolo, 56 anni, imprenditore nato a Legnano (MI) ma di origini napoletane e residente a Resana (TV);
  3. CELENTANO Gennaro, detto “Genny”, 34 anni, di Napoli, già detenuto;
  4. CURTIELLO Mario, detto “Mariano”, 36 anni, di Napoli, già detenuto;
  5. BORRIELLO Valter, 42 anni, di Torre del Greco (NA);
  6. CARDONE Luciano, 37 anni, di Torre del Greco (NA) e domiciliato a Soliera (MO);
  7. ESPOSITO Domenico, 45 anni di Napoli, residente a Sant’Antimo (NA).

Ti potrebbe interessare

Torna in alto