Un summit tra i pezzi grossi della mala dell’area nord di Napoli. E’ quanto emerge dall’ordinanza di arresto dei 9 affiliati ai clan De Rosa e Mallardo finiti in manette martedì scorso nell’ambito di un blitz messo a segno dai Carabinieri della Compagnia di Giugliano.
Esponenti del clan Nuvoletta-Orlando di Marano e della criminalità organizzata di Qualiano, satellite di quella giuglianese, è avvenuto due anni fa in un centro commerciale di Qualiano, alla luce del giorno. A incontrarsi, in quella circostanza, da un lato, Lorenzo Nuvoletta, Raffaele Veccia, Vincenzo Lubrano, il padrino Angelo Orlando, Sabatino Russo, Celestino Carbone, Armando Lubrano e Vittorio Raiola; dall’altro Paolo Mauriello, Giovanni Ciccarelli e Giovanni Ferrigno.
I tre del clan de Rosa, pedinati e intercettati dai carabinieri, vengono fotografati durante il summit. Abbracciano il padrino. “Ma quello che hai abbracciato chi è?”, dice uno di loro. “E’ Nuvoletta, uno grosso. Hai visto quanta gente tiene intorno?”. Dopo il saluto e l’incontro, durante il quale gli esponenti delle rispettive cosche avrebbero assunto decisioni in merito alla gestione dello spaccio di stupefacenti, i tre dei De Rosa continuano il giro di estorsioni. Camminano a bordo di un’auto con una pistola carica. Hanno paura di essere beccati dalle forze dell’ordine, tanto che camminano col finestrino aperto, pronti a lanciare l’arma dall’abitacolo alla vista di poliziotti o carabinieri.
Quel giorno stesso, i tre furono scoperti e arrestati. Successive indagini hanno poi portato alla luce un dettaglio inquietante: la pistola carica era la stessa usata per esplodere dei colpi a scopo intimidatorio contro l’abitazione di due imprenditori di Qualiano, tra cui il vicesindaco di allora, Antonio Castaldo. Una ritorsione del clan per non aver ceduto alle richieste estorsive degli emissari della cosca.