Napoli. E’ chiuso in cella da giorni, nessuno può parlare e avvicinarsi a Tony. Il 24enne continua a rimuginare sul delitto efferato e si prepara ad una possibile vendetta in carcere.
“Rischia grosso, tutti sono potenziali ‘angeli vendicatori’ in carcere. Quello che ha fatto non verrà dimenticato – ci spiega Pietro Ioia, presidente dell’Ex D.O.N (ex detenuti organizzati napoletani)- E’ il detenuto più sorvegliato d’Italia. Se dovesse uscire, sarà circondato da 5-8 agenti penitenziari. Parlo per esperienza, persone che hanno ucciso bambini, hanno rischiato la vita. Nel carcere puoi essere ammazzato se ti sei macchiato di un crimine simile”, racconta Pietro. Poi prosegue: “Bastano le mani o i sgabelli per massacrarlo di botte e compiere la vendetta”, chiosa il portavoce.
E sulla condizione si è espresso Samuele Ciambriello, il garante dei detenuti per la Regione. “A ogni ora che passa, in un ambiente privo di qualsiasi oggetto della quotidianità, si rende conto dell’orrore che ha generato per quanto commesso, è come in un mantra ripete: ‘Cosa ho fatto, se qualcuno mi farà del male, me lo sono meritato’ “.
Preoccupato anche il suo avvocato, Michele Coronella, che teme infatti che il suo assistito possa essere vittima di qualche “angelo vendicatore” come ha già paventato Pietro Ioia. In carcere, infatti, vige un codice d’onoro che non ammette che un uomo possa uccidere un bambino o picchiare e violentare una donna.