Il boss dei narcotrafficanti Joaquin «El Chapo» Guzman è stato condannato a New York. La giuria ha raggiunto il verdetto dopo cinque giorni di discussioni ma il processo è in corso da tre mesi.
«El Chapo» ora rischia il carcere a vita. I capi d’accusa contro Joaquin Guzman erano 17 e andavano dall’omicidio (la procura gliene ha contestati 33) al riciclaggio passando per il traffico di tonnellate di cocaina, eroina, metanfetamina e marijuana tra il Messico e gli Usa per oltre 25 anni.
Intanto al processo un testimone, il trafficante colombiano Alex Cifuentes, ha rivelato sconcertati retroscena sulla vita di El Chapo: Guzmán gli ordinava di versare una polverina nelle bevande delle ragazze per stordirle e poi le violentava in uno dei suoi nascondigli alla fine dello scorso decennio.
Cifuentes nel 2007-2008 era il ‘braccio destrò di ‘El Chapò e in quel momento viveva con lui sulle montagne di Sinaloa.
«Guzmán le chiamava ‘le mie vitaminè perché credeva che fare sesso con i minori gli desse vità», secondo Cifuentes. La testimonianza di Cifuentes su questa specifica vicenda e i materiali connessi sono stati declassificati su richiesta del New York Times in quanto non direttamente collegati al processo per traffico di droga cui è sottoposto. Guzmán e lo stesso Cifuentes, secondo la documentazione, avrebbero partecipato in diverse occasioni a rapporti sessuali con minori di 18 anni.
Il narcotrafficante colombiano avrebbe detto all’accusa in alcuni degli interrogatori che un luogotenente di ‘El Chapò, noto come ‘Comadre Maríà, inviava regolarmente immagini di giovani ragazze. Quelle scelte da Guzmán o da quelli intorno a lui erano mandate a ‘El Chapò, ciascuna in cambio di circa 5.000 dollari, concretizzando così i reati di pedofilia e prostituzione. ‘El Chapò ha negato le accuse e ha criticato, in un comunicato stampa, la scelta di consentire la diffusione di questi documenti «poco prima che la giuria inizi a deliberare». Questa informazione è stata definita dalla difesa del narcotrafficante «estremamente oscena», «non comprovata» e «abbastanza inaffidabile da non essere ammessa al processo».