“Prendi la pistola e spara ai carabinieri. Sono loro che devono avere paura di te, non tu di loro”. E’ questa una delle intercettazioni choc che emerge dall’ordinanza di custodia cautelare con cui sono stati arrestati in Veneto 50 esponenti del clan Dei Casalesi.
Antonio Puoti, originario di Aversa, indagato nell’ambito dell’operazione “The Last” che ha scardinato la costola della camorra casertana nel Nord-Est, viene intercettato mentre impartisce lezioni di criminalità al figlio. Accade durante una perquisizione in casa condotta dai carabinieri e durante la quale il bimbo, di cinque anni appena, si spaventa. La mamma lo racconta al papà e Puoti parte con l’ammaestramento.
«Sono venuti i cornuti, figli di p…. giù e ti metti paura?». «Sì», risponde il bimbo. «Tu adesso scendi giù a babbo, hai capito? Se no babbo si incazza! Tu lo sai dov’è la pistola, prendi la pistola e spara ai carabinieri e dici che è stato babbo. Sono loro che devono avere paura di te, non tu di loro, se loro ti danno fastidio – spiega – babbo ti fa vedere di cosa sono in grado le sue azioni… Io nella mia vita ho sempre fatto il ladro e il mafioso». «Loro – conclude riferendosi ai carabinieri – contano quanto il re alla briscola: niente».
Puoti è una figura del narcotraffico. Ed è uno dei profili più “sconcertanti” tratteggiati dalla Procura. Ogni indagato, come spiega Il Mattino, ha un ruolo preciso nel gruppo. C’è chi si occupa di usura e truffe assicurative, come Antonio Pacifico e Francesco Verde, originario di Sant’Antimo. E c’è chi da anni veniva riconosciuto come leader. Come Donadio, originario di Giugliano.