Ousseynou Sy aveva premeditato tutto, nei minimi dettagli. L’uomo che ieri ha dirottato e dato alle fiamme un bus con 51 studenti a bordo a San Donato Milanese “ha ammesso la premeditazione, cioè di aver ponderato da giorni” ha detto in conferenza stampa il responsabile dell’antiterrorismo milanese Alberto Nobili. “Aveva già registrato un video che aveva diffuso tra amici vari, anche in Senegal, per dire ‘Africa sollevati’ e chiedere ai suoi connazionali di non venire più in Europa, ma di punire l’Europa per la sua politica inaccettabile”, ha detto Nobili, che ha poi aggiunto: “Non voleva fare del male a nessuno, ma voleva arrivare a Linate e da lì prendere un aereo e scappare in Senegal”.
Ousseynou Sy, 46 anni, di origine senegalese è stato arrestato ieri. Indagando sul suo passato si è scoperto che ha precedenti penali per abusi su minore e guida in stato di ebbrezza. E’ nato in Francia e risiede a Crema da tempo. Era sposato con una donna italiana – ed è grazie a lei che nel 2004 ha avuto la cittadinanza italiana – da cui ha poi divorziato. Dal matrimonio ha avuto due figli che oggi hanno 12 e 18 anni.
Abitava da solo in una palazzina rosa a due piani a Crema e qui ha cominciato a macerarsi nell’odio per gli italiani, a suo dire colpevoli per i morti nel Mediterraneo.
Nessuno tra coloro che lo conoscono avrebbe potuto immaginare un gesto come quello di stamattina: il sequestro dell’autobus, le minacce ai bambini, il progetto di portare il mezzo fino a Linate. Infine l’incendio del pullman. Ieri per i 51 studenti sono stati veri e propri attimi di terrore. I bambini nelle file più vicine all’autista erano stati legati stretti, mentre quelli in fondo meno. E proprio uno di loro ha preso il cellulare e avvisato i genitori, che hanno a loro volta avvertito i carabinieri.