Nicola Lino, amministratore di Veragency, l’agenzia che cura in prima persona tale evento, risponde a Nicola Lombardo: “Mentre ero impegnato nell’organizzazione di un evento benefico con Clementino nel carcere di Poggioreale promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, ho appreso che dalla SSC Napoli, nella persona del responsabile marketing Alessandro Formisano, ci viene chiesto di vietare l’accesso al prato agli spettatori del concerto di Jovanotti al San Paolo, in programma il 26 luglio. Tale richiesta non può essere accolta per tanti e ovvi motivi. Da 7 mesi sono in vendita i biglietti per il prato, già acquistati da tantissimi giovani, provenienti da tutta la regione. Sarebbe folle e scorretto pensare di dire: abbiamo scherzato, il tuo biglietto non vale, accomodati altrove. Il rispetto per il pubblico (di un qualunque evento, sportivo, musicale, teatrale) è sacro. Su questo in primis si basa il nostro lavoro. Il tour di Lorenzo Jovanotti – che tocca 10 città per un totale di 13 concerti in poco più di un mese – si tiene nei principali stadi italiani, da San Siro dove si è esibito per 3 sere consecutive all’Olimpico di Roma. Dall’Artemio Franchi di Firenze (con 2 concerti) al Dall’Ara di Bologna, solo per citarne alcuni. In nessuno di questi stadi ci sono state polemiche o richieste simili. In nessuna parte d’Italia i presidenti delle squadre di calcio si sono lamentati per l’uso del terreno di gioco o hanno chiesto di vietare l’accesso al pubblico che ha regolarmente acquistato il biglietto.
Lo show in questione prevede che il pubblico vada anche sul prato dello stadio e così come nella altre città avverrà anche a Napoli. Non possiamo di certo discriminare gli spettatori partenopei. Se ci saranno danni, come ampiamente detto in passato e come da contratto, provvederemo a risarcire e ripristinare il prato e le eventuali aree danneggiate. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo. Lavorare a Napoli è davvero complicato. Due anni fa per il concerto di Bruce Springsteen in piazza del Plebiscito ci dicevano che la piazza non era un luogo adatto e si doveva andare allo stadio, stavolta ci dicono il contrario. Spero che le polemiche pretestuose di questi ultimi giorni, si plachino per il bene di tutti. Una città come Napoli ha bisogno di musica, del calcio, dello sport, dell’arte e di tutte quelle attività – turistiche e culturali – che possono creare un circuito virtuoso di crescita collettiva. Faccio notare che tra Vasco e Jovanotti arriveranno a Fuorigrotta non meno di novantamila spettatori complessivamente. Ovvero quanti se ne vedono nel quartiere per due gare di cartello del Napoli. Queste persone generano un grosso indotto per la città, per il quartiere e per tutte le attività commerciali che si trovano nei pressi del San Paolo e non solo. Raramente i grandi tour toccano la nostra città e quelle poche volte che accade dobbiamo fronteggiare ostacoli su ostacoli, attacchi su attacchi. Tutte queste polemiche ci stanno danneggiando non poco, sia in termini di immagine che di vendita dei biglietti. Noi promoter napoletani di certo non stiamo facendo una bella figura agli occhi del resto del paese. Ci riserviamo di tutelarci nelle sedi opportune se saremo ancora oggetto di attacchi e strumentalizzazioni del genere. I grandi concerti fanno bene alle città che li ospitano!”