Sono tredici le misure cautelari emesse e undici i milioni di euro sequestrati nell’operazione Medea dei Ros. Le teste di cuoio dei carabinieri hanno scoperchiato il “sistema” del gruppo Zagaria. Le mani ovunque: dalle mazzatte ai partiti politici al controllo (a suon di bustarelle) del settore idrico della Regione Campania. Fino a false denunce di estorsione che imprenditori facevano per “ripulirsi” e presentarsi come vittime e non come parte del sodalizio criminale casalese.
Ma forse il lato più oscuro della vicenda è il materiale informatico rinvenuto nel bunker del boss arrestato e poi finito nella mani dei suoi affiliati invece che sotto sequestro. Una vicenda allarmante che di certo scuoterà il mondo politico ed economico campano.