L’orrore di Sant’Antimo, bimbi “cattivi” chiusi in una stanza buia e riempiti di lividi. I nomi delle maestre

Almeno per un anno non metteranno più piede a scuola le due insegnanti, Giovanna P., 63 anni, di Sant’Antimo, e Anna P., 62 anni, di Giugliano, sospese con un’ordinanza dal Tribunale di Napoli Nord per maltrattamenti sui bimbi di un asilo nido, la scuola Pestalozzi i via Giacinto Gigante. Nei prossimi giorni le due insegnanti verranno interrogate.

Intanto dalle indagini emergono dettagli inquietanti. I piccoli venivano sistematicamente insultati e apostrofati con frasi ingiuriose, spesso pronunciate in dialetto partenopeo. “Stupida, cretina, svergognata, zozza”.

Dalla violenza psicologica si passava a quella fisica. Le due scuotevano con violenza i loro piccoli alunni, sui quali con una costante sistematicità spesso lasciavano sotto forma di lividi sui polsi e sulle bracciaPer i più vivaci c’era anche la stanza buia: era la punizione dove venivano rinchiusi i più cattivi. Le punizioni e le umiliazioni scattavano al primo errore: bastava far cadere un boccone a terra così come una posata mentre erano a mensa, oppure che si sporcassero le mani mentre facevano un lavoretto. Le due insegnanti “streghe” non gliela facevano passare liscia.

I bimbi, traumatizzati, lanciavano segnali di aiuto: ad esempio disegnavano le maestre “nere” e senza la bocca (tipico di chi è sempre arrabbiato), pianti irrefrenabili al momento di entrare in classe, e purtroppo per uno dei piccoli alunni, forse il più sensibile, anche il fare la pipì a letto per poi svegliarsi in preda ad incubi spaventosi. Segnali percepiti in tutta la loro gravità dai genitori.

Dopo le denunce è scattata immediata l’indagini dei carabinieri della tenenza di Sant’Antimo, diretta dal tenente Daniele Perrotta, che si sono serviti tra l’altri di micro spie e telecamere fatte installate nella classe della «vergogna educativa». Riprese e sonori che hanno inequivocabilmente inchiodato alle loro responsabilità le docenti manesche e più che sgarbate. Tanto da essere sospese per un anno dal delicato compito di insegnare a bimbi di quattro anni.

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