Scarcerazioni eccellenti e nuovi arresti. Il clan Mallardo cambia continuamente gli assetti ma resterebbe ben radicato sul territorio. A confermarlo è anche l’ultima relazione della Dia, nonostante l’assenza di tutti i capi. Il vertice, il capoclan Francesco Mallardo, è stato raggiunto di recente da un nuovo arresto in carcere grazie ad un’inchiesta dell’Antimafia tra Napoli e Salerno.
L’accusa è di aver dato in prestito nel 2015, tramite il ras Stefano Cecere che era libero fino alla scorsa settimana, i presunti sicari Tesone e Trambarulo (questi ultimi due indagati a piede libero) per commettere l’omicidio dell’imprendtore Autuori a Pontecagnano. Stesso sorte era capitata qualche mese prima al boss Francesco Napolitano. La sua scarcerazione era imminente, pronto secondo gli inquirenti a riprendere la reggenza del clan. Pure lui è stato raggiunto però da una nuova ordinanza per un omicidio di oltre 25 anni insieme ad un altro ras, Michele Olimpio alias ‘o bumbularo, sulla scorta delle rivelazione del pentito Filippo Caracallo.
Da pochi mesi è ritornato libero però un altro pezzo da 90: Domenico Pirozzi meglio noto come Mimì ‘o Pesante, ritenuto a capo della batteria di rapinatori del Selcione con colpi che avrebbe portato soldi anche nelle casse della cosca. Per lui alla fine dello scorso febbraio sono scaduti i termini della custodia cautelare. L’ultima scarcerazione eccellente è quella di Giuseppe Ciccarelli, ras ritenuto dagli inquirenti uno dei reggenti nel territorio della fascia costiera. Era stato condannato a 10 anni e 8 mesi in Appello nell’inchiesta denominata Grande Malato con il blitz del 2015. Nel mirino dei militari del Gico, era finita l’ala militare che sarebbe stata capeggiata da Vincenzo D’Alterio detto ‘o Malato, lo stesso Ciccarelli e Giuliano Pianese.
Sul clan Mallardo resta quindi sempre altissime l’attenzione, una cosca che negli anni ha accumulato ricchezze enorme anche fuori Campania ed è restituito alla faida con il gruppo delle Palazzine.