Lunedì verranno processati i tre ragazzi campani (Napoli, Salerno e Casal di Principe), attualmente in stato di fermo a San Ferdinando, coinvolti in una rissa scoppiata sabato all’alba a San Felipe di Cadice, in Andalusia.
La baruffa in strada sarebbe iniziata prima all’interno del “Momart”, noto locale della movida, e poi è proseguita all’esterno. Gli aggressori hanno tutti tra i 21 e i 29 anni: ora si trovano in carcere in attesa di sapere qual è l’accusa a loro carico.
La ricostruzione. Spunta la testimonianza di una ragazza argentina, presente al momento della zuffa. Secondo la giovane, la rissa sarebbe scoppiata per mano dei giovani spagnoli. Non è mancatala la risposta degli italiani, che hanno reagito rispondendo con la stessa moneta: botte da orbi, spintoni e pugni. Poi un calcio violento viene sferrato da un giovane di Casal di Principe, in Andalusia da un amico, a un ragazzo spagnolo, che era a terra per un pugno al volto ricevuto poco prima. Attorno urla e pianti degli amici di entrambi i gruppi, che chiedono aiuto ai presenti.
Intanto il giovane spagnolo perde i sensi e viene trasferito immediatamente in ospedale. La situazione sembra precipitare: il ragazzo va in stato di coma. Soltanto qualche ora dopo, apre gli occhi e si sveglia dal coma.
Secondo la giovane argentina, presente al momento della zuffa, quest’ultimo sarebbe un “bulletto di Cadice, ex tossico, già stato in carcere“. Insomma, un ragazzo con una fedina penale non proprio pulita. Nel frattempo, sul posto, intervengono le autorità locali: i tre napoletani vengono arrestati; i rivali, invece, vengono lasciati in libertà.
“Non li hanno presi – spiega la giovane – forse perché uno degli spagnoli è il nipote di un poliziotto. Addirittura quando sono intervenuti gli agenti, hanno detto: ‘Portatevi a questi’ (napoletani, ndr) . E nient’altro”. Tra i presenti, anche due italiani. “Avevano acciuffato altri due ragazzi, sempre di nazionalità italiana, ma sono riusciti a scappare. E’ assurdo quello che è accaduto“.