Spunta un’intercettazione telefonica che inchioderebbe el Quince, uno dei due malavitosi arrestati nei mesi scorsi in Messico, che, secondo gli inquirenti, avrebbe informazioni sui tre napoletani scomparsi, in particolare su Antonio Russo e Vincenzo Cimmino.
Dopo lunghi mesi di attesa, come riporta Il Mattino, lo stato Messicano ha risposto al ricorso presentato all’Onu dall’avvocato Claudio Falleti, legale delle famiglie Russo e Cimmino.
“Dalle indagini emerge un elemento fin ora non dichiarato dalle autorità locali – dice Falleti – il Quince (attualmente in carcere, ndr) era a conoscenza del rapimento degli italiani. Questo dato emerge da un intercettazione telefonica nella quale conversa molto presumibilmente con un capo cartello locale il quale comunica di essere in possesso di due italiani che si chiamano Russo e chiede al Quince istruzioni su cosa fare”.
Il boss, senza esitare, gli avrebbe risposto ‘fatene ciò che credete’, lasciando così il libero arbitrio all’interlocutore misterioso. Ma non è tutto: ci sarebbe un ulteriore indizio, che potrebbe aiutare gli investigatori nelle indagini. “C’è di più, – aggiunge il legale – sulla macchina guidata da Raffaele sono state trovate delle impronte digitali e si è ancora in attesa dei risultati”. Il presidente della Oma (Organizzazione Mondiale degli Avvocati) ha depositato ricorsi e solleciti alla Corte interamericana diritti umani all’Onu di New York ed ha scritto al presidente messicano Andrés Manuel Lpez Obrador.
«Dopo un anno e mezzo e tanto lavoro processuale a livello internazionale – afferma Falleti – vogliamo risposte sia dai tribunali che dalla politica. Il sottosegretario Merlo è in partenza per una missione che toccherà anche questo tema. Speriamo che tutto il lavoro che ho svolto finora insieme con l’avvocato Herrera di Madrid possa essere di aiuto».