Napoli, colpito e ucciso dai calcinacci: spuntano i primi indagati

Ci sono due nomi nel mirino degli inquirenti. Tra oggi e domani i primi due avvisi di garanzia, a carico dell’attuale amministratore del condominio e dell’ex amministratore dello stesso palazzo, anche se le responsabilità sulla morte di Rosario Padolino, il commerciante colpito dal crollo di un pezzo di cornicione, potrebbero ampliarsi nel corso dell’inchiesta.

I riflettori sono, infatti, puntati anche sui condòmini, anche per capire se ci fu o meno una ferma opposizione in assemblea a finanziare i lavori di contenimento.
Le accuse del pm Stella Castaldo sono di crollo colposo e omicidio colposo a carico di ignoti.

Intanto dalle indagini emerge, come riporta Il Mattino, che la rete provvisoria fosse risalente a circa due o tre anni fa, in seguito a una iniziativa assunta in autonomia da parte dei residenti. Non ci sarebbe stata quindi una segnalazione al Comune, ai vigili del fuoco e alla municipale, anche se questa mattina gli inquirenti completeranno il giro di verifiche nei rispettivi uffici.

Ma le ragioni che hanno spinto due o tre anni fa a fissare una imbracatura provvisoria restano ancora un mistero. E costituiscono il punto delle indagini, che ruotano attorno ai verbali delle assemblee di condominio, dove venne stabilito di procedere all’insegna del basso profilo, con un intervento tampone (e meno dispendioso)  Ma esisteva un rischio crollo percepito tra condòmini e residenti? Stando a come riporta Il Mattino, è probabile che la rete fosse stata messa solo di fronte a una segnalazione di dissesto di intonaco, insomma sulla scorta di eventi percepiti come superficiali e poco pericolosi per tutti.

Intanto i carabinieri del comando provinciale, ma anche gli uomini della municipale del capitano Alfredo Marraffino, hanno posto sotto sequestro la parte del cornicione rimasta lesionata, mentre nella serata di ieri è stato concesso ai trenta nuclei familiari sgomberati sabato di fare ritorno a casa. Non potranno affacciarsi ai rispettivi balconi, a causa del rischio di nuovi crolli dall’alto.

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