Casapesenna, l’incubo di Mario: prima il caffè, poi le torture in auto e in campagna. Presi gli aguzzini

E’ stato attirato in una trappola e poi torturato e costretto a confessare qualcosa che non ha mai fatto. Mario, questo il nome del 31enne pestato nelle campagne dell’agro aversano, è stato legato a un albero e pestato a turno da tre fratelli per tre ore, nonostante non sia responsabile di quello che lo accusavano: aver creato un profilo fake su Instagram.

Mario è stato prima invitato a prendere un caffè in un bar di Casapesenna. Quando però ha capito il vero scopo dell’incontro, era troppo tardi: è stato costretto a salire in auto dai tre fratelli; poi, una volta nell’abitacolo, legato al collo con una fune in perfetto stile mafioso. Raggiunta una campagna tra San Marcellino e Villa Literno, è stato fatto scendere e pestato a calci e pugni minacciando di ucciderlo con una pistola puntata in faccia.

A quel punto l’orrore: Mario perde i sensi. I tre credono che sia morto, così lo caricano nel bagagliaio dell’auto e vogliono scaricarlo nei canali dei Regi Lagni. Il giovane però comincia a rantolare: è ancora vivo. A quel punto gli aggressori cercano di finire l’opera. Arrivano a Villa Literno, lo legano a un’albero con dello scotch al tronco di un albero e cominciano a pestarlo di nuovo. Gli portano via il cellulare e pretendono di farsi dire il codice di sblocco per trovare prove del profilo Instagram falso.

A furia di botte, poi, Mario perde di nuovo i sensi. Dopo la fuga dei tre aggressori, il 31enne è riuscito a raccogliere le forze citofonando a un’azienda della zona e a chiamare l’ambulanza. Da lì la corsa in ospedale e il racconto confuso ai carabinieri. riservata ma teme che i tre fratelli tornino, per finirlo. Intanto i militari dell’Arma hanno individuato gli aggressori, che sono stati denunciati al momento a piede libero.

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