Sant’Antimo. Era in pantaloncini corti e costume da bagno quando è stato assassinato. Forse i sicari di Gennaro Sorrentino, pezzo da novanta degli Scissionisti, hanno approfittato di un rallentamento dell’auto di “Capaianca”, che in quel momento stava impegnando una curva sull’asse perimetrale Melito-Scampia.
L’agguato
Sorrentino si stava dirigendo al mare da solo, quando è stato freddato con quattro colpi di pistola alla testa. Uno di questi si è conficcato nella nuca provocando la morte instantanea del boss. I proiettili esplosi, forse da uno scooter che ha affiancato l’utilitaria, hanno frantumato entrambi i finestrini. Inevitabilmente l’auto ha perso il controllo e si è schiantata contro il guardrail. Un passante ha chiamato il 118 segnalando una macchina a bordo strada con una persona ferita. Il personale del 118, resosi conto di un omicidio di stampo camorristico, ha subito allertato i carabinieri tramite il 112.
Le indagini
Nel giro di pochi minuti sono intervenuti i militari di Melito, quelli della compagnia di Giugliano, diretta dal capitano Andrea Coratza, e i carabinieri del nucleo investigativo del comando territoriale di Castello di Cisterna. Gli uomini dell’Arma hanno interdetto la strada e avviato le indagini.
In quest’ultime ore si sta cercando di ricostruire e di approfondire gli ultimi contatti avuti, le sue frequentazioni, le attività svolte negli ultimi mesi. Elementi che potrebbero rivelarsi preziosi agli inquirenti, che puntano a svelare il movente dell’agguato e ad identificare i killer. Intanto il magistrato di turno ha disposto l’autopsia: la salma è stata, quindi, trasferita al II Policlinico per l’ispezione cadaverica.
La vittima era un fedelissimo degli Scissionisti
Dalle attività investigative è emerso che Sorrentino aveva precedenti vari (droga, armi, associazione per delinquere). Gennaro Sorrentino era un fedelissimo degli Scissionisti sin dalla prima ora. Nel 2004 Gennaro Sorrentino aderì alla scelta di Lello Amato di staccarsi dal clan Di Lauro, il quale, assieme ad altri compagni, non erano soddisfatti delle iniziative prese dai figli di “Ciruzzo ‘o milionario”.
Sorrentino infatti aveva la gestione della famosa piazza delle ‘Case dei Puffi’, una più redditizie dell’area nord gestita all’epoca da Raffaele Stanchi, ‘Lello Bastone’ ucciso dalla Vanella Grassi nei pressi del cimitero di Melito.