Campania, donna partorisce da sola in ospedale: bimbo nasce morto

Eboli. Partorisce in ospedale da sola, con l’unica assistenza fornita da un’altra donna presente nella saletta dove era stata sistemata in attesa del parto. Soltanto dopo diverso tempo i medici prelevano il bambino nato morto. A dare la notizia è il quotidiano Le Cronache. 

Donna partorisce da sola in ospedale: la ricostruzione

I genitori, una coppia di Montecorvino Rovella, solo dopo il coinvolgimento delle forze dell’ordine hanno scoperto che il corpicino del loro bimbo si trovava presso l’obitorio dell’ospedale di Eboli.

A questo punto A.L. e G.I. (queste le iniziali della coppia), poco più che quarantenni, attraverso lo studio legale Vuolo, hanno deciso di rivolgersi alla Magistratura. Immediatamente è stato aperto un fascicolo d’inchiesta affidato al sostituto procuratore presso il Tribunale di Salerno, Maria Benincasa.

Nel pomeriggio di ieri, il magistrato ha conferito l’incarico al medico legale per effettuare l’esame autoptico su quel corpicino che i medici sostengono essere il figlio nato senza vita della coppia. Come riporta Le Cronache, la donna era alla 33esima settimana di gravidanza. Non aveva un ginecologo di fiducia, ma veniva seguita da uno specialista dell’Asl.

Il parto

Lo scorso 27 settembre, la donna si reca al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria della Speranza di Battipaglia in quanto accusa forti dolori addominali e delle perdite ematiche.

La paziente, subito sottoposta ad alcuni controlli, vine  presa in carico e trasferita nel reparto di ginecologia per eseguire una ecografia in quanto il battito cardiaco del feto risultava insufficiente ai parametri. Il medico di turno riferisce alla paziente che deve essere portata con urgenza in sala operatoria.

Nel frattempo la 40enne viene sistemata in una stanza e in attesa dell’intervento le viene dato una pillola “per farmi aumentare aumentare le contrazioni e far dilatare l’utero e fino alle 19 circa non ho visto nessun personale sanitario del reparto”, racconta la donna. D’un tratto la gestante si reca in bagno e vede spuntare le mani del bambino.

“Ho attirato l’attenzione del personale medico che giungeva da me trasportandomi nell’anticamera della sala parto lasciandomi da sola su di un lettino per più di trenta minuti, in attesa di un medico. Nel frattempo il bambino è venuto alla luce senza la presenza di personale sanitario, più volte da me richiamato mentre attraversavano la zona dove ero posizionata. Sono intervenuti solo dopo circa 15 minuti dalla nascita”, spiega la donna.

I medici constantano il decesso del piccolo

La gestante viene trasferita in sala parto. I medici quindi  le recidono il cordone ombelicale e constatano il decesso del nascituro. Pochi giorni dopo, il 30 settembre, il persona medico sanitario la dimettono dall’ospedale. Il giorno seguente la donna si reca nuovamente al nosocomio e raggiunge l’obitorio “per richiedere la data dell’autopsia da me richiesta subito dopo il decesso del bambino e dove poteva trovarsi la sua salma”.

In ospedale i medici le comunicano una notizia sconcertante: non vi era traccia del suo piccolo. A questo punto viene chiesto l’intervento della polizia da parte del legale della paziente. Solo successivamente viene appurato che il bambino si trovava all’obitorio di Eboli. Il nosocomio di Battipaglia non dispone, infatti, del reparto di anatomia patologia. Il trasferimento, però, non viene comunicato alla donna.

(foto di archivio)

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