Aversa. I finanzieri dei reparti alla sede di Aversa hanno individuato, nei giorni scorsi, due distinti opifici calzaturieri siti nella stessa cittadina, che operavano in locali privi delle necessarie misure di tutela dei lavoratori e senza alcuna autorizzazione per lo smaltimento dei rifiuti speciali prodotti e per l’emissione in atmosfera dei fumi generati dalla lavorazione dei pellami.
Sequestrati calzaturifici abusivi: scoperti 7 lavoratori in nero
Denunciati alla competente Autorità Giudiziaria sia i titolari delle aziende ispezionate che le stesse imprese. I baschi verdi hanno sequestrato i locali, 38 macchinari utilizzati per la lavorazione e e circa 175 kg di scarti di lavorazione stoccati in attesa di essere illegalmente smaltiti. Scoperti anche 7 lavoratori “in nero”.
Anche dopo il piano di controlli ad alto impatto messo in campo nei primi mesi del 2019 e che ha portato all’ispezione di ben 116 calzaturifici (di cui 16 sequestrati per il mancato rispetto della normativa ambientale) operanti nei Comuni ricompresi nella cosiddetta Terra dei Fuochi. In particolare, nell’Agro aversano, le Fiamme Gialle hanno continuato ad acquisire informazioni utili a localizzare altre imprese operanti in modo illegale.
Le indagini
I “baschi verdi” di Aversa hanno individuato altri due opifici. All’interno delle aziende veniva, infatti, svolta l’attività di calzaturificio. Le società erano prive di titoli autorizzativi per le emissioni in atmosfera e di regolare tenuta e smaltimento dei rifiuti speciali prodotti dalle stesse aziende.
In entrambi i casi, i militari hanno rinvenuto, ammassati all’interno delle strutture, ingenti quantitativi di rifiuti costituiti da materiali contenenti colle e residui di sostanze infiammabili e corrosive, utilizzate per la produzione di scarpe. Trovati anche bustoni in plastica contenenti scarti di pellami, carta e cartone che, senza l’intervento dei militari, sarebbero stati, con ogni probabilità, illecitamente sversati.
Il sequestro
Nel corso degli interventi è stato, inoltre, accertato l’impiego di sette lavoratori “in nero”. I legali rappresentanti delle attività sono stati quindi denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica di Napoli Nord per emissione in atmosfera non autorizzata, attività di gestione non autorizzata di rifiuti, infrazioni delle norme in materia di tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Le fiamme gialle hanno sequestrato gli opifici, i rifiuti e i macchinari per la lavorazione delle scarpe in essi contenuti per un valore complessivo di circa 300 mila euro.