Quargnento. “Ho dovuto a mia figlia di nove anni che suo padre non c’è più. Non avrei mai pensato di dover essere io a darle un dolore così grande”. A parlare con voce rotta dal pianto è Elisa Borghello, la compagna di Matteo Gastaldo, 46 anni, uno dei tre vigili del fuoco morti nell’esplosione avvenuta ieri a Quargnento.
Per tutta la mattina ieri è stata al cimitero di Alessandria circondata dai suoi familiari. Al suo fianco, davanti alla porta d’acciaio della camera mortuaria dove sono stati portati i corpi delle tre vittime, i colleghi delle fiamme gialle.
“Marco ha perso la vita morto facendo ciò che amava — racconta la donna al Corriere —. Lui viveva per il suo lavoro. Prima di iniziare il servizio ha baciato me e la bimba e ha detto «ci vediamo domani». Quando il colonnello ha bussato alla porta di casa, a Gavi, per dirmi che era disperso, e poi morto, mi è caduto il mondo addosso. Ora i suoi colleghi dovranno esaudire il suo desiderio: quello di portare la sua bara a spalle”, dice Elisa.
Con Marco Castaldo sono morti altri due componenti della squadra dei vigili del fuoco in servizio: Marco Triches, 38 anni, e Antonio Candido, 32 anni. Altri due pompieri, Giuliano Dodero e Luca Trombetta e il carabiniere Roberto Borlengo sono rimasti feriti, ma non verserebbero in gravi condizioni.
Cascina esplosa: la ricostruzione
La segnalazione di un’esplosione arriva a mezzanotte e mezza al distaccamento. I pompieri raggiungono il casale, situato tra le campagne del Monferrato, e iniziano il sopralluogo.
All’una e un quarto la seconda esplosione. In pochi secondi la cascina è crollata. I vigili del fuoco sono rimasti sotto le macerie. Triches e Candido sono stati estratti subito. Erano già senza vita. Gastaldo invece è morto schiacciato sotto i detriti.
Per il procuratore della Repubblica di Alessandria Enrico Cieri che indaga sul caso si è trattato di un attentato di origine dolosa ed ha aperto un fascicolo per omicidio plurimo e disastro. Ieri, inoltre, gli inquirenti hanno rinvenuto degli inneschi sulle bombole del gas e un timer impostato sull’1 e 30.
I dispositivi di innesco farebbero pensare agli investigatori che Matteo Gastaldo (46 anni), Marco Triches (38 anni) e Antonino Candido (32 anni) siano finiti in una vera e propria trappola. A rafforzare tale pista le ipotesi al vaglio degli inquirenti relativa ai dissidi tra il proprietario dell’abitazione e il figlio. Si tratta, tuttavia, solo di ipotesi di lavoro: le indagini, intanto, proseguono a 360 gradi.