Monta la polemica sul caso dei Casamonica in Rai, a Porta a Porta, da Bruno Vespa. Duro l’attacco di Don Maurizio Patriciello sul suo profilo facebook:
“Gli italiani ne avrebbero fatto volentieri a meno. Le immagini del funerale di Vittorio Casamonica hanno fatto il giro del mondo. Le maggiori testate straniere hanno irriso l’ Italia e la sua capitale. Grazie a Dio, qualche settimana dopo, sembrava che la cosa fosse caduta nel silenzio mediatico. Ho detto “sembrava”. Martedì sera, invece, alla trasmissione “Porta a Porta”, viene invitata la figlia, il nipote e l’ avvocato di Casamonica. Ancora? Ce ne era bisogno? La trasmissione non ha aggiunto né tolto niente a quanto già detto e ripetuto. Era il caso di fare ulteriore pubblicità a questa famiglia? Se è vero che con quella eclatante scenografia volevano dire – come afferma il conduttore – che anche dopo la morte di Vittorio “ loro” ci sono, martedì non gli abbiamo reso un buon servizio? Due giorni prima a Napoli erano stati uccisi, a colpi di pistola, un trentenne e un ragazzo ancora minorenne. Un altro giovane, onesto e coraggioso, era stato ammazzato per non aver voluto truccare il motorino a un camorrista. È in atto, a Napoli, una nuova guerra di camorra. Una guerra, stavolta, combattuta da feroci e inesperti ragazzini. Ed è proprio per questo che spaventa. Alto si è levato in questi giorni il grido del Procuratore che rivolto alle mamme ha detto: « I vostri figli non arriveranno a 30 anni. Li aspetta il carcere o il cimitero …». Terribile. Ma, lo sanno tutti, da sole quelle mamme – anche le più forti e coraggiose – possono ben poco. Il quartiere Sanità, come tanti quartieri napoletani, è sotto assedio. Che cosa accade a Napoli? Perché non si riesce a debellare questa maledizione che incombe sul collo dei cittadini onesti? Non penso che questa nuova faida sia un problema locale, il rischio per chiunque di finire sotto i colpi di pistola sono altissimi. Di vittime innocenti Napoli ne ha già piante tante. Il ministro Alfano ha promesso di inviare altri 50 carabinieri. Rafforzare le striminzite fila delle forze dell’ ordine è sempre un bene. Ma si illude chi dovesse credere che la sola repressione servirà a qualcosa. Occorre investire sugli uomini. Occorre cultura e lavoro. Lavoro e cultura. Occorre farsi accanto a questi ragazzini con convinzione, abnegazione, desiderio di bene, ma anche con la possibilità concreta di offrire loro qualche alternativa decente. Ne vogliamo parlare a “ Porta a Porta”? Vogliamo dare voce alle mamme terrorizzate per la sorte dei loro figli? Vogliamo portare nelle case degli italiani il dramma di una città che non si è mai liberata dal cappio della camorra? Ancora. Sono anni che la popolazione che abita la fascia di territorio a cavallo delle province di Napoli e Caserta lotta per richiamare l’ attenzione sull’ immenso dramma della “ Terra dei fuochi”. Il 16 novembre di due anni, più di centomila persone, per lo più giovani, attraversarono la città per chiedere i loro sacrosanti diritti. Lo scempio ambientale sta portando a morte centinaia di persone, tra cui bambini, adolescenti, giovani genitori. Sono arrivati in questi anni giornalisti da tutto il mondo, compreso il mondo arabo. Sono stati realizzati filmati, documentari, interviste. Mai, nemmeno una volta sola, la trasmissione “Porta a Porta” si è interessata di questa tragedia che riguarda non solo la Campania ma l’ Italia intera. Se ancora si muore ammazzati come un vecchio boss nel rione “Sanità”; se milioni di tonnellate di pericolosisimi rifiuti industriali vengono interrati o dati alle fiamme è perché la presenza dello Stato è debole. I quartieri a rischio necessitano di più attenzioni e di più aiuti. Invece in questi luoghi troviamo la chiesa con preti coraggiosi e generosi, come don Antonio Loffredo, don Giuseppe Rinaldi, padre Zanotelli, che si fanno in quattro ma che senza l’ aggancio da parte dello Stato possono ben poco. Richiamare l’ attenzione degli italiani e della politica italiana ed europea su queste realtà sarebbe per davvero rendere un servizio al Paese. Perciò di quell’ ulteriore trasmissione sui Casamonica avremmo fatto volentieri a meno.
Padre Maurizio Patriciello”