Trentola. Pranzi a casa e regali, in privato la violenta. La piccola: “Nessuno mi crede, voglio morire”

Una storia carica di silenzi, orrori, incredulità, paura. Quella di Don Michele Mottola che violenta una bimba di 11 anni è una vicenda che fa tremare i polsi. E’ fissato per oggi l’interrogatorio per Don Michele Mottola, il parroco di Qualiano accusato di aver violentato una bimba di 11 anni. Davanti al suo avvocato, Antimo D’Alterio, il prelato risponderà alle domande del pubblico ministero nel carcere di Secondigliano, dove è attualmente detenuto.

La storia: Don Michele a Trentola

L’incubo per Maria (nome di fantasia), comincia nel 2017. Lei ha 10 anni. E una bambina di Trentola Ducenta, in provincia di Caserta. La sua famiglia frequenta la parrocchia del paese. Sono persone devote. Lei fa parte del coro, la chiesa è Ia sua seconda casa. E’ il 2017. Arriva un nuovo parroco. Lui Don Michele. E uno alla mano. Si guadagna Ia fiducia della famiglia. Nel giro di poche settimane la mamma della bambina lo invita a casa. Lui è affettuoso, le porta del regali. Torna altre volte, siede a capotavola. Diventa uno di casa. Passano dei mesi. La bambina si confida con due parrocchiani. Don Michele le chiede dei baci. Indica le labbra. Loro minimizzano. Lei insiste: “Aiutatemi. Don Michele mi fa fare del sesso”. Lo scrive anche sul diario che cura ogni giorno, assalita dai dubbi: “Ma quello che facciamo io e don Michele è sesso?”.

Le prove della bimba

Non le credono, tutti pensano che il parroco sia una bravissima persona, incapace di fare del male a una bimba di appena 10 anni. E’ il 7 dicembre del 2018. La piccola decide di pensarci da sé, di raccogliere delle prove: prende il telefono, se lo infila tasca, attiva il registratore. Va dal sacerdote. Lui le parla. “Ti terrei qui tutto il giorno. Ti voglio bene. Lo vuai un bacino”, le dice l’uomo. Lei dice “non voglio”. Lui la ignora. “Dobbiamo fare le cose per bene”, insiste l’orco. Lei dice: “Ahia! Non mi devi più toccare, lasciami stare”, le parole della bambina, a cui seguono quelle del sacerdote che dice: “È solo un gioco, stati tranquilla, non facciamo nulla di male”. La piccola si divincola. Scappa. Corre a far ascoltare la registrazione a casa, ma ancora non le credono. Trova un muro. Si sta inventando tutto, pensano. Lei però ha coraggio da vendere, ci riprova. E’ sola con il parroco e tenta una nuova registrazione. Si sentono sussurri. Lui ansima. “basta non toccarmi”, intima la piccola. Lui le dice di “andare in bagno a lavarsi i denti”. La bambina registra tutto, anche questa volta.

La svolta

Chiede di nuovo aiuto alla coppia di parrocchiani. Questa volta, per fortuna, le credono. Vogliono dirlo al genitori. Lei si agita. No, non dite to alla mamma. Loro non intervengono. Se Ia sbrigherà da sé. E’ il 2 febbraio del 2019. Don Michele parla alla bambina, cerca di calmarla, di dissuaderla. La loro e una “storiella tra fidanzati” che si vogliono bene. Non si metta in testa che lui le ha fatto del male. “Tu hai accettato, sei consenziente, non devi dirlo a nessuno”. La bambina ha paura, confessa di averne parlato. Lui va subito da sua madre, dice che sua figlia una bugiarda. Sts rnettendo in giro cattive voci sul suo canto. La mamma crede a don Michele. Intervengono i due parrocchiani. Parlano delle registrazioni. Don Michele è alle strette. Confessa. “Ho avuto comportamenti non consoni a quello che un parroco dovrebbe avere”, scrive. Equivale a un’ammissione di colpa, una prova regina anche per i magistrati. II vescovo, Angelo Spinillo, lo solleva I’8 novembre del 2019. Don Michele Mottola viene arrestato. E’ accusato di molestie e abusi sessuali. La bambina scrive una lettera. “Vorrei morire per non vedere più nulla, andarmene per non sentire nessuno”, scrive.

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