Chi è Stefano Bonaccini? E’ l’attuale presidente della Regione Emilia Romagna del Pd. Nato a Modena il 1º gennaio 1967, è governatore dal 2014.
Stefano Bonaccini, moglie
Bonaccini ha 52 anni. Adesso è nuovamente candidato sempre alla presidenza dell’Emilia Romagna per il partito democratico. Sfidante è Lucia Borgonzoni della Lega. La moglie di Stefano Bonaccini è Sandra Notari. Lavora in una boutique e ha dichiarato che le piace disegnare vestiti.
Stefano Bonaccini, biografia
Si accosta alla politica a fine anni ottanta tramite i movimenti per la pace. Nel 1990 è nominato assessore alle Politiche giovanili, alla cultura, allo sport e al tempo libero nel comune di Campogalliano. Dal 1993 al 1995 ricopre la carica di segretario provinciale della Sinistra giovanile; nel ‘95 è eletto segretario del PDS della città di Modena. Dal 1999 al 2006 è assessore al Comune di Modena. Dal 2005 è coordinatore della scuola di formazione politica “PensarEuropeo”.
Nel 2007 è eletto segretario provinciale del neonato PD modenese e alle elezioni amministrative del 2009, è eletto consigliere comunale di Modena. Nello stesso anno, dopo il successo alle primarie, diventa segretario del Partito Democratico in Emilia-Romagna espressione della “mozione Bersani”, affermandosi su Mariangela Bastico, aderente alla “mozione Franceschini”, e Thomas Casadei, aderente alla “mozione Marino”.
Nel marzo 2010 è eletto consigliere regionale dell’Emilia-Romagna. Dopo aver sostenuto come leader della coalizione il segretario Pd Pier Luigi Bersani alle primarie del 2012 contro Matteo Renzi, diviene sostenitore di quest’ultimo nelle primarie del 2013 che incoronano Renzi nuovo segretario nazionale del PD. Dopo la vittoria, il 10 dicembre 2013, è nominato responsabile nazionale Enti Locali nella segreteria nazionale del Partito Democratico.
A seguito delle dimissioni del Governatore Vasco Errani, decide di correre alle primarie per la scelta del candidato alla guida del palazzo di viale Aldo Moro contro il deputato PD Matteo Richetti e l’ex sindaco di Forlì Roberto Balzani, determinando così una spaccatura tra i renziana. Il 9 settembre, Richetti si ritira a sorpresa dalla competizione, a seguito della diffusione della notizia dell’indagine a suo carico per peculato sull’uso dell’auto di servizio (all’epoca in cui era presidente del consiglio regionale) e su pressione dello stesso Renzi preoccupato da una lotta fratricida nel partito.
L’inchiesta a carico di Bonaccini
Anche a Bonaccini la Procura contesta il reato di peculato nell’inchiesta “spese pazze” e perciò si registrano pressioni interne al partito per un suo ritiro, facendo così venire meno i presupposti per le primarie e consentendo una convergenza su un unico candidato forte. Bonaccini tuttavia, ribadendo la correttezza del suo operato, chiede ed ottiene di poter chiarire, in tempi ravvicinati, la sua posizione in Procura. A seguito della sua audizione chiede l’archiviazione del procedimento. Immediatamente dopo egli annuncia l’intenzione di voler continuare a correre per le primarie. Così il 27 settembre, vince le primarie del centrosinistra contro l’ex sindaco di Forlì, Roberto Balzani, con il 60,9% dei voti (contro il 39,1% del rivale), ma con una affluenza “flop” di soli 58 mila votanti (meno dei soli iscritti al PD di tutta la Regione) diventando il candidato della coalizione di centrosinistra alla Presidenza della regione.
Alle elezioni regionali del 23 novembre 2014, caratterizzate dal bassissimo dato di affluenza di votanti (essendosi recati alle urne solo il 37% degli aventi diritto), ottiene il 49% dei voti ed è così eletto Presidente della giunta regionale dell’Emilia-Romagna. Si ricandida presidente nel 2019 alla scadenza del mandato, sostenuto dalla coalizione di centro-sinistra. Le elezioni sono fissate per il 26 gennaio 2020.