Chi è Bettino Craxi? Qual è stata la sua vita? Com’è morto? Chi sono stati i figli e le amanti? Craxi è considerato uno dei politici di punta della prima Repubblica Italiana. Leader del Partito Socialista dopo Palmiro Togliatti, personalità complessa e contraddittoria, la sua carriera finì travolta dallo scandalo di Tangentopoli.
Bettino Craxi, la biografia
Benedetto Craxi, meglio conosciuto come Bettino, nasce a Milano il 24 febbraio 1934. Figlio dell’avvocato Vittorio Craxi e la casalinga Maria Ferrari. Primo di tre figli Bettino è allevato nei valori dell’antifascismo e del socialismo liberale. Difatti crescendo nel periodo della seconda guerra mondiale i genitori decidono di affidarlo ad un collegio di suore. Bettino si laurea in giurisprudenza e poi in scienze politiche all’università di Urbino, dove fonda anche il Nucleo Universitario Socialista, tenendo discorsi pubblici e organizzando dibattiti.
La carriera politica di Craxi
La carriera politica di Bettino Craxi è stata davvero lunga. Difatti a partire dall’invasione sovietica dell’Ungheria si impegna per l’uscita del PSI dalla politica filocomunista, ma la sua idea viene respinta. Nel 1956 viene eletto consigliere comunale del PSI e nel febbraio 1957 entra a far parte del comitato centrale rappresentante della corrente autonomista di Pietro Nenni.
Nel 1966 viene eletto coansigliere comunale di Milano, diventando poi assessore all’economato nella giunta di Centro – Sinistra guidata da Gino Cassinis. Nel 1968 viene inoltre eletto deputato parlamentare e vicepresidente nazionale del PSI, e nel 1972 cura i rapporti internazionali del partito.
Bettino Craxi: gli anni ’70
Bettino Craxi il 16 luglio 1976 riceve l’incarico di segretario nazionale. In queste vesti riesce ad esprimere al meglio quelle che sono le sue doti politiche. Difatti rilancia il partito del PSI che in quegli anni aveva perso il coraggio e l’orgoglio per intraprendere un “Nuovo Corso”.
Craxi inizia a dare una nuova impronta al partito. Si presenta agli italiani in maniera totalmente nuova. Prende le distanze dal Leninismo, ed è attento alle richieste della nuova società civile. Inoltre appoggia le battaglie per i diritti civili sostenute dai radicali, assumendo sempre più toni decisionistici.
Nel 1979 Bettino Craxi viene eletto europarlamentare. Carica che ricopre sino al 1989. Durante le elezioni del 1983 riesce ad ottenere la carica di Presidente del Consiglio, ed il suo sarà il governo più lungo della storia della Repubblica Italiana, meglio conosciuto anche come il “Governo Forte”.
La lenta discesa, l’esilio ad Hammamet e la morte
Il 17 febbraio del 1992 inizia il lento declino di Bettino sia come politico che come uomo. Tale periodo coincide con l’arresto di Mario Chiesa, le cui dichiarazioni danno inizio all’inchiesta “Mani Pulite“.
Il 15 dicembre del 1992 Craxi riceve il suo primo avviso di garanzia, a cui ne seguiranno altri 20. Tale disposizione culmina il 12 maggio 1994 con l’arresto e il ritiro del passaporto. Quest’ultima azione però servirà a ben poco in quanto Craxi era già volato in Tunisia alloggiando nella sua villa ad Hammamet. Proprio ad Hammamet, Bettino Craxi muore per un arresto cardiaco il 19 gennaio del 2000. Il regista Gianni Amelio ha voluto raccontare gli ultimi sei mesi di vita di Craxi, interpretato dall’attore Pierfrancesco Favino. La pellicola è uscita il 9 gennaio in tutte le sale cinematografiche italiane.
Bettino Craxi: moglie, figli e amanti
La vita di Bettino Craxi è una vita molto intensa sia in campo politico che privato. Difatti a diciannove anni incontra Anna Maria Moncini, la donna che diventerà sua moglie. Dalla loro unione nasceranno 2 figli: Bobo e Stefania entrambi impegnati in politica.
Di Craxi però hanno molto fatto parlare quelle che sono le sue relazioni extraconiugali. Craxi, nonostante il vincolo matrimoniale, si legò a due donne diverse. La prima Ania Peroni, ex attrice in film minori e in alcuni trasmissioni tv, con cui ha avuto una relazione sino al 1991. La seconda Patrizia Caselli, durante gli anni della caduta in disgrazia e della contumacia ad Hammamet, in Tunisia.