Stefania Craxi, marito, figli, Hammamet e curiosità della figlia di Bettino Craxi. All’anagrafe Stefania Gabriella Anastasia Craxi è nata a Milano il 25 ottobre 1960. E’ una politica italiana, già sottosegretario agli Esteri e presidente onorario della Fondazione Craxi. Deputato dal 2006 al 2013, dal 2018 è Senatrice della Repubblica Italiana.
Vive ad Orbetello in provincia di Grosseto. E’ figlia dell’ex Presidente del Consiglio Bettino Craxi (1934-2000) e sorella di Bobo. Imprenditrice nel mondo della televisione, lascia la carriera di produttore televisivo nel 2000. Dalla morte del padre, si è sempre impegnata, anche con la creazione della Fondazione Craxi, di cui è presidente onoraria, nella difesa della memoria del leader socialista, attraverso centinaia di articoli e convegni, nonché con la realizzazione di diversi film e documentari.
Stefania Craxi, marito, figli, Hammamet
Si è sposata due volte: la prima con l’imprenditore Renato Neri, da cui ha avuto il figlio Federico nel 1987. Il secondo matrimonio è con l’attuale marito Marco Bassetti, ex presidente e amministratore di Endemol ora alla guida di Banijay, da cui ha avuto le figlie Benedetta e Anita nel 1991, stilista e designer a Milano. Si parla molto di Stefania Craxi nelle ultime settimane per l’uscita del film sulla storia del padre dal titolo Hammamet.
Stefania Craxi, la carriera
Entra in politica nel 2006, quando viene eletta deputata alla Camera con Forza Italia. Sarà poi eletta nuovamente alle elezioni politiche del 2008 con Il Popolo della Libertà. Viene nominata Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri con la nascita del Governo Berlusconi IV. Nel 2011 lancia a Milano il movimento dei Riformisti Italiani, una nuova formazione politica. Prima iniziativa a livello nazionale dei Riformisti è una petizione per chiedere l’elezione di un’Assemblea Costituente con il compito di riscrivere la seconda parte della Costituzione. L’obiettivo era di porre fine al bicameralismo perfetto, diminuire il numero dei parlamentari, dare più poteri al Presidente del Consiglio, chiedere l’elezione diretta del Capo dello Stato e trasformare l’Italia in una Repubblica presidenziale. Nel dicembre 2011 Stefania Craxi lascia il PdL e si iscrive al Gruppo Misto.
Nel gennaio 2013 i Riformisti Italiani depositano il proprio simbolo presso il Ministero dell’Interno e annunciano di partecipare simbolicamente alle elezioni politiche di quell’anno correndo da soli con proprie liste alla Camera ed al Senato.
Alle Elezioni europee del 2014 sostiene l’amico ed ex compagno socialista Giovanni Toti. In vista delle elezioni politiche italiane del 2018 Stefania Craxi come esponente della coalizione di centro-destra si candida per il Senato nel collegio uninominale di Monza-Seregno ma è anche presente nel collegio plurinominale Lombardia – 05 per Forza Italia. Viene eletta nell’uninominale battendo con 142.960 voti lo sfidante del centro-sinistra. Diventa vice presidente della Commissione Esteri.
Nel dicembre 2019 è tra i 64 firmatari (di cui 41 di Forza Italia) per il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari: pochi mesi prima i senatori berlusconiani avevano disertato l’aula in occasione della votazione sulla riforma costituzionale.
Curiosità
Stefania Craxi ha collaborato con Canale 5 nel 1985 come segretaria di produzione per il programma Viva le donne e per Miss Italia. Nel 1986 ha fondato La Italiana Produzioni Audiovisive, divenuta poi “ARAN” e dopo ancora “Endemol”.
Stefania Craxi, Hammamet
E’ in questi giorni nelle sale il film Hammamet sulla storia del padre di Stefania, Bettino Craxi. “Non è un grande affresco storico-politico. E’ un film intenso, che racconta una tragedia umana prima ancora che politica – ha detto – Come ha detto Favino ricorda gli stilemi della tragedia classica. La verità di solito è più dura della fantasia, però un po’ di quella tragedia Gianni Amelio ha saputo riportarla e mi auguro che questo film riesca a far riflettere”.
Io credo che questo Paese abbia cercato per molti anni di rimuovere questa grande tragedia repubblicana – continua Craxi -. Rompere questo oblio è una buona cosa, poi bisogna riflettere su cosa è successo in quegli anni. L’ingiustizia verso un uomo che non lo meritava, la distruzione di un sistema politico. Vorrei che gli italiani riflettessero. L’esilio per un uomo che ha lavorato per il suo Paese e muore senza poterlo rivedere, alle soglie del terzo Millennio, è una cosa di una durezza impressionante. Non posso ritenermi soddisfatta per questo film, avrei preferito un film più politico che raccontasse più le motivazioni di quell’esilio, però non era quella la chiave di Gianni Amelio. Però quello che mi aspetto è che il film possa far riflettere e il Paese rimetta Craxi nella storia positiva di questo Paese”.