Reddito di cittadinanza, sospeso a febbraio: Caf in tilt

Reddito di cittadinanza sospeso a Febbraio senza Isee aggiornato. Entro fine gennaio oltre 1 milione di nuclei familiari devono aggiornare l’Isee per non vedersi sospeso a febbraio il reddito o la pensione di cittadinanza. Chi percepisce il sussidio, infatti, deve aggiornare l’indicatore della situazione economica equivalente scaduto a fine 2019: si può fare on line sul sito Inps, oppure compilando la Dsu presso un centro di assistenza fiscale.

Il 27 viene messa in pagamento dall’Inps la mensilità di gennaio, ma la quota di febbraio per gli inadempienti sarà sospesa fino alla presentazione di tutta la documentazione richiesta.

Isee aggiornato anche Carta acquisti e il Rei 

L’aggiornamento dell’Isee è necessario per altre prestazioni sociali: anche i titolari della Carta acquisti e del Rei devono ripresentare la Dichiarazione sostitutiva unica per avereil nuovo Isee senza rischiare la sospensione. Dal 1° gennaio 2020 la Dsu è valida dalla data di presentazione fino al 31 dicembre. Le Dsu presentate nel 2019 sono scadute il 31 dicembre 2019. I titolari di Carta acquisti ordinaria e di reddito di inclusione, quindi, dovranno presentare una nuova Dsu per continuare a beneficiare della misura. «In mancanza di tale adempimento, l’erogazione dei benefici sarà sospesa fino alla presentazione di una nuova Dsu valida», spiega l’Inps.

In particolare l’elaborazione della mensilità di gennaio 2020 del ReI avverrà, entro il termine dello stesso mese solare, sulla base della Dsu 2020. Per la Carta acquistiordinaria, invece, per poter elaborare il maggior numero dei rinnovi per il primo bimestre 2020, l’elaborazione avverrà, entro il mese di febbraio.

Molti i Caf presi d’assalto

Il problema è che il principale canale, quello dei Caf, è letteramlmente preso d’assalto: «Molti centri sono in affanno – spiegano i due coordinatori della Consulta dei Caf , Mauro Soldini e Massimo Bagnoli – in migliaia si stanno recando negli uffici dei Caf per aggiornare l’Isee, in alcuni casi abbiamo registrato punte di incremento degli afflussi del 50% rispetto allo stesso periodo del 2019. Peraltro il tutto sta avvenendo senza che l’Inps abbia rinnovato le convenzioni che stabiliscono le condizioni di rimborso del servizio».

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