Chi è Lucio Battisti: vita, carriera, moglie e morte

E’ stato uno degli artisti più importanti della musica d’autore italiana, le sue canzoni hanno accompagnato generazioni intere. Di chi parliamo? Naturalmente di Lucio Battisti. Scopriamo di più su di lui: vita, carriera e la morte.

Lucio Battisti, la vita

Lucio nasce il 5 marzo del 1943 presso il piccolo comune reatino di Poggio Bustone, e se c’è una cosa ha sempre caratterizzato la sua vita è sicuramente la riservatezza.

Le fonti raccontano di un bambino tranquillo, pacato e piuttosto chiuso, con una spiccata sensibilità artistica e dei problemi di peso. I genitori sono gente umile: la madre è casalinga, mentre il padre è un impiegato statale. A completare il quadro la sorella Albarita. Dopo le elementari e le medie, Lucio Battisti si diploma come perito industriale.

È il 1962 e già da tempo coltiva la passione della musica, tant’è che fa parte di una band di ragazzi napoletani, I Mattatori, dove suona la chitarra. Successivamente farà parte dei Satiri, gruppo musicale con cui farà anche esperienze all’estero, suonando in Olanda e in Germania.

E sebbene la sua passione cresca sempre di più, pare che il padre Alfiero non la abbia mai condivisa più di tanto, arrivando persino a rompere una chitarra in testa al povero Lucio.

Ma come è noto, non sarà certo il padre a fermarlo: verso la fine degli anni Sessanta, infatti, Battisti si trasferirà a Milano per provare a farcela davvero. E il resto sarà storia. Anche durante il resto della sua vita, l’artista rimarrà sempre molto riservato, rilasciando pochissime interviste e cercando di parlare il meno possibile della sua famiglia.

La moglie

La moglie di Battisti, Grazia Letizia Veronese, è una figura di cui si è tanto parlato in merito a diverse questioni, fra cui anche l’allontanamento dalla vita pubblica del cantante e la rottura con Mogol, storico collaboratore che insieme a Lucio ha scritto alcuni dei suoi più grandi successi.

I due si conobbero nel 1968 in occasione del Festival di Sanremo. L’anno dopo fu la volta del fidanzamento ufficiale, ma per il matrimonio bisognerà aspettare il 3 settembre del 1976. Tre anni prima, invece, viene alla luce Luca Battisti, figlio di Lucio e di Grazia. Dopo la storica separazione fra Battisti e Mogol nel 1982, fu lei a collaborare come co-autrice del marito, e secondo alcune dichiarazioni dello stesso Mogol, potrebbe essere stata proprio lei a causare la rottura fra i due.

E ancora non è chiaro se la grande coppia si divise per colpa della moglie, per una questione relativa ai diritti d’autore o per delle naturali divergenze artistiche. Per di più, oltre alle precedenti accuse, la Veronese ha subito anche numerose critiche riguardo la sua politica decisamente protezionistica nei confronti dell’immagine e delle varie opere del marito, arrivando addirittura a vietare la riproduzione di cover di Battisti in Tv. Inoltre, negli ultimi anni della sua vita l’artista aveva deciso di ritirarsi dalla vita pubblica, e anche questa scelta sono in molti a farla risalire all’influenza della moglie.

Lucio Battisti e la morte

Tra il 29 e il 30 agosto 1998 si diffonde la notizia del ricovero di Battisti in un ospedale milanese. Durante gli 11 giorni di ricovero, per volere della stessa famiglia, non viene diffuso alcun bollettino medico. Saputo del ricovero, Mogol scrive una lettera a Battisti e la fa recapitare alla clinica. Il 6 settembre le sue condizioni si aggravano e l’8 viene spostato nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale San Paolo di Milano.

Lucio Battisti muore la mattina del 9 settembre 1998, all’età di 55 anni; le cause della morte non sono state comunicate ufficialmente: il bollettino medico riporta solamente che «il paziente, nonostante tutte le cure dei sanitari che lo hanno assistito, è deceduto per intervenute complicanze in un quadro clinico severo sin dall’esordio». Secondo alcune voci non confermate il musicista sarebbe morto per un linfoma maligno che aveva colpito il fegato; altre voci affermarono che avesse sofferto di glomerulonefrite. Ai funerali, celebratisi in forma strettamente privata a Molteno, furono ammesse appena 20 persone, tra le quali Mogol.

Ti potrebbe interessare

Torna in alto