Un successo per un giovane giuglianese, Francesco Morrone, che insieme a Massimo Bologna, dopo alcune esperienze in Spagna e Inghilterra, hanno istituito un Servizio/Ambulatorio infermieristico di Posizionamento e Gestione PICC. Di seguito l’intervista che hanno rilasciato al sito infermieristicamente.it in cui spiegano perfettamente come sono arrivati all’istituzione di questo importantissimo servizio:
Massimo come siete arrivati fin qui? Qual è stata la vostra formazione e la vostra esperienza di questi anni?
Entrambi, nel senso che siamo andati proprio insieme, abbiamo fatto 2 esperienze all’ estero nell’ ambito della Terapia Intensiva e Rianimazione, spinti dalla passione per l’emergenza e per il lavoro con pazienti con alta criticità. La prima esperienza l’abbiamo fatta durante il corso di laurea, con una borsa di studio ERASMUS siamo stati a Girona (Spagna) all’ Hospital Joseph Trueta. La seconda esperienza l’abbiamo fatta chiedendo l’aspettativa al nostro datore di lavoro e siamo andati a lavorare in una DoCC (Department of Critical Care) al Milton Keynes Hospital in Inghilterra. Ritornati dall’ Inghilterra abbiamo presentato una proposta operativa al proprietario della struttura che è stata accolta con piacere. Istituire un Servizio/Ambulatorio infermieristico di Posizionamento e gestione PICC.
Francesco come mai questa scelta?
La passione per questa materia ci ha spinto a frequentare un corso sugli Accessi Venosi Centrali a lungo termine presso il Policlinico Gemelli di Rome, ma soprattutto l’ispirazione ci viene dal nostro maestro, Vincenzo Faraone, Dottore in Infermieristica e Responsabile del PICC Team del Cardarelli di Napoli che da sempre si prodiga nel farci capire che il patrimonio venoso è da considerare un organo del nostro corpo, pertanto va tutelato nel migliore dei modi. Spesso questo nelle strutture sanitarie non avviene e ci ritroviamo a trattare pazienti con lesioni vasali e cutanee per stravasi o perché è stato infuso un farmaco con un catetere venoso periferico quando invece necessitava di un catetere venoso centrale. La cultura dei PICC e della scelta del giusto accesso venoso penso centri in pieno questa filosofia. Soddisfare un bisogno e dare ad un paziente una prospettiva di vita qualitativamente migliore credo sia impagabile per un infermiere oltre ad essere un suo chiaro obiettivo.
Massimo che tecnologie usate nel vostro servizio?
Ovviamente usiamo una metodica Eco-guidata per il reperimento della vena e, per accertarci del giusto posizionamento della punta del catetere nel terzo medio inferiore della cava superiore, non usiamo l’RX del torace, ma una metodica intra-procedurale: l’interpretazione dell’ECG endocavitario.
Una particolarità del loro Ambulatorio (probabilmente il primo in Campania) è quello di essere sia un servizio (gratuito) per i pazienti ricoverati sia un servizio (a pagamento) per pazienti esterni che hanno bisogno di un PICC e che possono prenotare una visita per una consulenza di Impianto/Gestione PICC.