Calabria, bruciato vivo nella sua auto dalla moglie e dall’amante: scattano gli arresti

Ucciso dalla moglie e dall’amante. E’ questa la svolta nella morte di Vincenzo Cordì, trovato carbonizzato all’interno della sua auto tra il 12 e il 13 novembre del 2019 a Roccella Jonica (Reggio Calabria).

Roccella Jonica, morto Vincenzo Cordì

La sua morte si tinse di giallo, tanto che gli inquirenti, in un primo momento, ipotizzarono si trattasse di un omicidio voluto dalla criminalità organizzata. E invece, dalle indagini, emerge una pesante accusa nei confronti della moglie, arrestata questa mattina insieme all’amante e al figlio del primo matrimonio. L’auto sarebbe stata data alle fiamme mentre Cordì era ancora vivo. I Carabinieri di Reggio Calabria, dalle prime ore di questa mattina, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Locri, stanno dando esecuzione all’ ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il Tribunale di Locri nei confronti dei tre.

Le accuse

I tre sono ritenuti responsabili, in concorso tra loro, dell’omicidio di Vincenzo Cordì, avvenuto nella Locride. Le indagini dei Carabinieri di Roccella Jonica, partite dal rinvenimento del corpo carbonizzato all’interno dell’auto, hanno consentito di far luce sul delitto e sul movente, inquadrato nell’ambito familiare. Ulteriori approfondimenti saranno resi noti nella mattinata.

Il movente

La moglie avrebbe progettato l’uccisione del marito in quanto avrebbe avuto una storia sentimentale con un altro uomo, scoperta dal marito. Da qui l’idea di uccidere il consorte. Dopo averlo convinto ad andare in montagna a raccogliere funghi, la moglie della vittima gli ha teso l’agguato, con la complicità dell’amante e del figlio. Una volta arrivati in Cannavarè, sui monti della Limina, posteggiata l’auto, una Fiat 16, in una radura, la donna avrebbe sparato al marito e poi, per non lasciare tracce avrebbe cosparso il suo corpo con la benzina e dato fuoco.

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