Quel PD che non muore mai

E anche questa volta il PD ha tenuto. Una debacle più volte annunciata, desiderata, spesso sul punto di avverarsi…ma niente da fare. Il PD ha comunque raggiunto un risultato che, letto all’ombra di quello che é successo a tutti gli altri partiti, lo porta ancora come primo partito in Italia e con una buona resistenza rispetto al devastante risultato che altri partiti hanno incassato. Si é parlato di fine dei partiti, di fine della vecchia politica, ma il vero dato é che il cosiddetto partito personale trionfa su tutte le a tre piattaforme
politiche. Tosi a Verona, Orlando a Palermo e così via. L’unico partito a mantenere la rotta é stato il PD.

Certo, pagando un prezzo in termini di personalizzazione, come il fatto di non aver piazzato propri sindaci nei grandi comuni, ma come istituzione intermedia il PD appare l’unico a mantenere inalterato quello status di organizzazione partitica tanto odiata e vilipesa in questi mesi. Un neo però c’é, ed é non aver avuto una rappresentazione mediatica degna del risultato. Il PD anche come vincitore passa come perdente, o quantomeno – e nuovamente – pronto a morire. Forse, e mi permetto di dare un consiglio, caro PD é arrivato il momento di non fasciarsi la testa prima di averla battuta.

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