Infarto: quali sono i sintomi dell’infarto? Quali sono le cause? Cosa è l’infarto addominale? Per infarto, o sindrome di Kesperek, si intende la necrosi di un tessuto per ischemia, cioè per grave deficit di flusso sanguigno. I sintomi sono diversi a seconda dell’organo interessato, tuttavia il sintomo principale è rappresentato da dolore acuto (ad insorgenza improvvisa), di varia intensità; è però possibile che l’infarto sia clinicamente asintomatico, soprattutto qualora sia di dimensioni molto piccole.
Infarto: quali sono i sintomi dell’infarto?
I sintomi dell’infarto si presentano con un dolore toracico (angina) prolungato (> 20 minuti) che insorge a riposo e non regredisce spontaneamente.
Questo dolore ha determinate caratteristiche:
- intensità variabile, in genere intenso e talvolta insopportabile;
- è descritto come costrittivo, schiacciante, oppressivo (tipicamente “come un peso” o “una morsa” al centro del petto);
- è localizzato tipicamente dietro lo sterno, ma anche sopra lo stomaco (talvolta il dolore viene scambiato per bruciori di stomaco associati a cattiva digestione)
- può irradiarsi a tutto il petto, soprattutto la parte sinistra, al braccio sinistro fino al polso e alle dita, ma anche alla spalla, al collo, alla mandibola e tra le scapole;
- può accompagnarsi a sudorazione fredda, nausea, vomito, debolezza e vertigini.
Un altro sintomo può essere lo svenimento (in circa un caso su 10, questo è l’unico sintomo dell’infarto) e in una percentuale di casi, 15-20%, l’infarto può essere indolore (incidenza più elevata nei soggetti diabetici). In una piccola percentuale l’infarto acuto del miocardio può presentarsi con le caratteristiche della “morte improvvisa”.
Infarto: quali sono le cause dell’infarto?
Le cause di un infarto possono essere diverse ma secondo gli studi l’infarto è dettato da alcuni fattori di rischio. Tra questi ci sono:
- Fumo di sigaretta
- Dislipidemie (ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia)
- Ipertensione arteriosa
- Diabete Mellito
- Sovrappeso ed obesità
- Sindrome metabolica
- Stile di vita sedentario
- Sesso maschile
- Età (uomo > 50 anni, donna > 60)
Le forme di infarto:
Quelle più frequenti sono:
- Infarto cerebrale, responsabile dell’80% dei casi di ictus
- Infarto miocardico acuto
- Intestinale
- Embolia polmonare
Il più frequente fra tutti è quello del miocardio, tanto che l’uso della parola infarto indica comunemente quello a carico del cuore. Nel caso di organo irrorato da più vasi, l’infarto è molto più raro. Nel fegato, per esempio, l’85% del flusso nutritizio è trasportato dalla vena porta, mentre l’arteria epatica contribuisce per il 15%. Un’ostruzione di quest’ultima non provoca quindi un infarto del tessuto da essa irrorato. Un’occlusione acuta della vena porta è poco frequente.
Questa doppia irrorazione viene utilizzata efficacemente per il trattamento dei tumori epatici: essi infatti sono irrorati solo dall’arteria epatica e non dalla vena porta. Questo permette un approccio terapeutico sclerotizzante senza ledere il tessuto epatico sano.
Infarto addominale: che cosa è l’infarto addominale?
Anche detto infarto intestinale, è la necrosi di un tratto di intestino provocata da un’insufficienza acuta della perfusione o da una occlusione, totale o parziale, acuta o cronica, delle arterie o vene mesenteriche. Si distingue un infarto intestinale del tenue, in cui possono essere affetti un segmento del tenue, più segmenti anche discontinui, l’intero tenue, il tenue ed il colon destro, ed un infarto intestinale colico, in cui è affetto il colon discendente, il colon discendente ed il sigma, il solo sigma.
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