Il virus Covid-19 circolava “almeno dalla metà di gennaio”. Potrebbe esserci una svolta nella task force di epidemiologi, ricercatori, forze dell’ordine e inquirenti al lavoro a Milano e dentro la zona rossa del contagio.
Coronavirus, la svolta dei ricercatori: “Forse virus circolava già da metà gennaio”
Come riporta La Repubblica, nel Basso Lodigiano c’era già un boom, non inosservato, di influenze e polmoniti. “Eravamo tutti convinti — dice Alberto Gandolfi, medico di base in quarantena a Codogno con vari assistiti infetti — che quelle polmoniti fossero favorite da freddo e assenza di pioggia. Rivelate dalle lastre, sono state curate con i consueti antibiotici”.
La verità emerge da cartelle cliniche e ricette farmaceutiche di tutti i pazienti della zona rossa. Pazienti, che per oltre un mese sono stati curati per influenze e polmoniti. La maggioranza dei pazienti risultati positivi è guarita, ma nel sangue sono rimaste le tracce degli anticorpi contro il Covid-19.
Vacilla ipotesi del “paziente 1”
Oltre a rimanere incerta l’individuazione del “paziente zero” comincerebbe a vacillare anche l’ipotesi che il 38enne ricoverato da una settimana a Codogno sia il cosiddetto “paziente uno”. Dopo l’esplosione dell’emergenza tra Codogno, Castiglione d’Adda e Casalpusterlengo, i medici hanno ricollegato tra loro decine di paziente, non solo anziani, che da metà gennaio “sono stati colpiti da strane polmoniti, febbre altissime e sindromi influenzali associate a inspiegabili complicanze”.
L’esplosione dei contagi
“Tra giovedì 20 e lunedì 24 febbraio — spiega uno dei ricercatori — siamo improvvisamente passati da zero a oltre 200 casi di coronavirus tra 50 mila persone di un unico territorio. Effetto di tamponi fatti a tappeto, ma una simile accelerazione non ha precedenti nemmeno in Cina e non trova riscontri nei tempi d’incubazione del Covid-19”.
Per questo motivo i ricercatori stanno prendendo in considerazione la retrodatazione della diffusione del contagio nel Lodigiano. Soltanto “con più infetti inconsapevoli in circolazione per parecchi giorni” si spiegano “diffusione, velocità e trasversalità” del contagio infine scoperto nella “zona rossa”. Area che, pur con crescenti deroghe per consentire una ripresa parziale di aziende e servizi, potrebbe vedere prolungato l’isolamento.
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