Discoteche chiuse ma vinerie, bar e localini aperti tra Napoli e Aversa. Anzi: la sospensione di alcune attività ha spinto centinaia di giovani campani a riversarsi all’interno di locali e bar più piccoli per consumare un aperitivo o un lounge drink. Tutto in barba alle disposizioni imposte dal Governo per contenere il contagio da coronavirus.
Coronavirus, tra Napoli e Aversa vinerie stracolme
Diverse le segnalazioni ricevute dalla nostra redazione. Alcuni bar della circumvallazione esterna, tra Villaricca, Melito e Giugliano, hanno fatto registrare posti a sedere esauriti e un boom di consumazioni al bancone. Ad Aversa – dove si registrano già tre casi di coronavirus nel comprensorio – molte vinerie e lounge bar, anche della zona del centro storico, erano pieni di avventori, pronti a sfidare le raccomandazioni sulla distanza di sicurezza interpersonale pur di partecipare alla movida del venerdì sera e trascorrere una serata di sano divertimento.
Non va meglio nella zona di Chiaia, a Napoli, altro epicentro della movida campana. Nel capoluogo, dove pure si registra un calo di presenze, in tanti hanno invaso le stradine dei baretti per bere un drink in compagnia. E non mancano, a testimonianza di quest’atto di irresponsabilità collettiva, video e foto sui social network. Da Instagram a Facebook, infatti, sono tantissime le stories che immortalano comitive a stretto contatto che si scambiano drink e abbracci. La distanza di sicurezza di un metro è una chimera.
Le misure anti-contagio sono state così eluse o disattese favorendo la circolazione silenziosa del virus. In Campania, tra l’altro, la situazione non è delle più rosee: ieri i casi positivi al virus sono saliti a 63 e si registra il primo decesso a Mondragone, in provincia di Caserta.
Assenza di controlli?
A questo punto sono molti i cittadini che si chiedono chi debba vigilare sul rispetto delle ordinanze regionali e del decreto del Consiglio dei Ministri. Il rischio è che i provvedimenti contenenti le misure di contenimento del contagio ad attività pubbliche e commerciali restino lettera morta. I luoghi di aggregazione e di ritrovo sono tra i principali responsabili della diffusione del virus. Tuttavia, se le forze dell’ordine non si coordinano per sorvegliarli, si vanificano gli sforzi sostenuti da altre attività pubbliche e private per contenere la diffusione del contagio.
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