E’ emergenza sanitaria da coronavirus a Napoli. I posti all’ospedale Cotugno e al Monaldi sono saturi. A denunciarlo, a il Mattino, è il manager dell’azienda dei Colli Maurizio Di Mauro, che si dice preoccupato.
Napoli, ospedali a rischio: posti finiti al Monaldi e al Cotugno
“I pazienti, qui al Cotugno – ha dichiarato a Il Mattino -, arrivano sempre più numerosi, è un via vai continuo di giorno e di notte. Ce li trasferiscono dagli altri ospedali della città, dalla provincia, ci sono molti malati che dopo alcuni giorni di quarantena a casa peggiorano e hanno bisogno di assistenza”.
Ormai l’ospedale specializzato nel trattamento di malattie infettive è pieno per fronteggiare l’emergenza da coronavirus. I 90 posti di degenza ordinaria sono tutti occupati, così come le 8 unità di terapia intensiva. Di posti ce ne sarebbero altri 60 da allestire nei vari piani liberi all’interno del nuovo plesso ospedaliero, ma sono da attrezzare. Situazione simile al Monaldi. Anche il Policlinico ha occupato in 4 giorni i 13 posti di rianimazione disponibili. A Pozzuoli analogo scenario, così come al Loreto Mare. I malati crescono di giorni in giorno anche in Campania con più di 600 contagi ed è un viavai continuo di ambulanze e ricoveri.
Piene anche le altre 18 degenze inaugurate al padiglione G del Cotugno. Si liberano, però, otto posti in altri reparti del Monaldi che dovrebbero arrivare a sedici nelle prossime ore. Al Cotugno, dopo i primi giorni di permanenza a casa con la febbre, è ricoverato anche il primario del pronto soccorso dell’Ospedale del mare che condivide la corsia con la sua collega pari grado del Cardarelli. Al momento i medici contagiati in Campania sono circa 70, tutti scoperti positivi al virus. De Luca ha chiesto l’intervento de Governo.
Servono ventilatori
L’altro aspetto dell’emergenza sanitaria in Campania è la mancanza di ventilatori artificiali che garantiscano l’assistenza respiratoria ai malati di Covid-19. Il nodo da sciogliere è proprio quello delle attrezzature di rianimazione. Mancano i ventilatori automatici e le pompe infusionali. Le forniture sono bloccate anche se le gare sono state aggiudicate a tempo di record. La Gran Bretagna ha opzionato 45 mila infusori. Alla Campania ne basterebbero 2 mila. Per i ventilatori bisogna aspettare che l’unica azienda italiana, che ne produce un tipo di qualità media finora poco gettonata, si attrezzi per portare da 500 a 2 mila pezzi la produzione annua.