Coronavirus, incognita estate. Gli scenari prima e dopo il 31 luglio

Sono giorni di isolamento e di incertezza. L’epidemia da coronavirus nel mondo si spingerà fino all’estate. Le vacanze sono un rebus. E probabilmente i disagi si ripresenteranno anche in autunno qualora il virus dovesse resistere. “Niente tornerà tutto come prima o comunque non subito”, insistono gli esperti.

Coronavirus in estate: dopo il 31 luglio

Lo stato di emergenza finirà ufficialmente, in Italia, il 31 luglio, salvo ulteriori eccezioni. Significa che fino a quella data il Governo potrà imporre, restringere o estendere le misure di contenimento dell’epidemia attualmente in vigore. Qualora i contagi in alcune regioni si azzerassero, non si escude un ritorno parziale della normalità “a macchia di leopardo”, con alcune zone del Paese liberate dalla stretta anti-contagio prima delle altre. L’esecutivo, nella persona di Giuseppe Conte, ha già prefigurato questa possibilità. Non è detto, insomma, che resteremo isolati in casa fino al cuore dell’estate, privati della libertà di spostamento, fino al 31 luglio.

Se il picco sarà alle spalle e l’epidemia contenuta, potremo guardare con speranza all’estate. E anche le ferie diventano una possibilità plausibile. Restano però aperti tanti interrogativi: dallo spotamento fuori Paese alle condizioni della vita sociale che ci attende nei prossimi mesi “Difficile dire quanto durerà l’epidemia – spiega a Il Mattino Pier Luigi Lopalco, epidemiologo dell’Università di Siena – il virus è imprevedibile. Forse potremo avere dei buoni risultati intorno ad aprile-maggio, mantenendo un livello di chiusura ancora piuttosto alto”.

Come saranno le vacanze, se ci saranno? I viaggi all’estero

Si potranno dunque fare le vacanze? E come? Anche dopo il 31 luglio, finché non verranno commercializzati vaccini o cure farmacologiche scientificamente testate per contrastare l’epidemia, non si potrà immaginare un ritorno alla normalità. L’ora “x” in cui tutti torneranno liberi non esiste. Probabilmente persisteranno alcuni divieti per contenere il contagio, come il divieto di assembramento. Insomma, scordatevi spiagge affollatissime e ristoranti all’aperto presi d’assalto. I rischi probabilmente saranno ancora troppo alti.

Resta anche l’incognita dei viaggi all’estero. Mentre infatti in Italia potremmo contenere il contagio da coronavirus, non è detto che l’epidemia registri lo stesso andamento anche fuori dai confini italiani e negli altri Paesi. Alcune mete turistiche potrebbero essere sconsigliate e i voli da e verso alcuni Paesi sospesi fino a data da stabilirsi. Potrebbe esserci la possibilità di spostarsi in Italia e di raggiungere alcune località dove il virus sia tenuto sotto controllo, ma le incognite sono ancora troppo numerose per poter dire che tipo di estate ci attende. E, visti i bilanci drammatici dei deceduti di questi giorni e le conseguenze economiche della crisi, le vacanze non sono di certo una priorità.

“Io spero proprio che non si debba arrivare al 31 luglio con le chiusure attualmente in vigore – afferma Lopalco – E sono quasi certo che, presto o tardi, l’epidemia lombarda scenderà. Gli sforzi devono essere concentrati affinché non si crei un’altra Lombardia. Se parte un altro focolaio cambierà lo scenario. Altrimenti ci sarà la ripresa di alcune attività intorno all’estate. Il nodo cruciale è tenere duro almeno fino a maggio“.

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