Reddito di emergenza, in arrivo mille euro a testa per tre milioni di persone. I requisiti

Mille euro per tre milioni di cittadini. E’ il piano previsto per il reddito di emergenza (REM). E’ una nuova forma di sussidio per sostenere le persone colpite dall’emergenza economica dovuta al coronavirus. Occorrono circa tre miliardi di euro.

REM, reddito di emergenza: mille euro per tre milioni di cittadini

Una  misura come il REM era stata già ipotizzata due settimane fa per tutelare i lavoratori stagionali. Oggi però si pensa di estendere il sussidio ad altre categorie di lavoratori. A farlo intendere è il Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo. Nel decreto di aprile il pacchetto per gli ammortizzatori sociali sarà «intorno ai 15 miliardi», ha detto l’esponente dell’Esecutivo a Class Cnbc. «Il pacchetto di misure per il lavoro peserà svariati miliardi. La cifra, rispetto al decreto precedente, potrebbe essere raddoppiata. Per cui è chiaro che per tutelare tutti i lavoratori e tutte le imprese stiamo facendo questa previsione di ampliamento e rafforzamento importante degli ammortizzatori sociali».

La verà novità sarà proprio l’introduzione di un reddito di emergenza: «C’è una parte di cittadini che in questo momento non ha alcun sostegno, dovrebbero essere circa 3 milioni. Stiamo valutando la platea e l’impatto. Quindi per tutte queste persone che non hanno altri sostegni al reddito sarà previsto il reddito di emergenza, che le aiuterà in questo periodo anche di crisi economica». «Verranno tutelati anche i lavoratori assunti dopo il 23 febbraio, anche con un giorno di anzianità. Lo stiamo inserendo in un emendamento governativo», ha aggiunto la Catalfo.

Requisiti del REM

Per abbattere gli ostacoli burocratico all’accoglimento delle domande, il Governo sta pensando di ridurre al minimo i requisiti patrimonali. L’eventuale presenza nel patrimonio di un bene immobiliare non sarà un elemento ostativo. Aumenta anche il limite di liquidità presente sul conto corrente (i 6mila euro sul conto corrente oggi previsti come soglia massima da non superare per ottenere il beneficio economico). Solo in questo modo si andrebbero a coprire anche i lavoratori in nero che, pur avendo una casa, non hanno attualmente alcuna forma di sussidio durante l’emergenza coronavirus.

Al netto di quelli già intercettati dal Rdc, si ipotizza almeno un altro milione di persone. Per essere rapidi ci si affiderà a un’auto-dichiarazione del beneficiario. Saranno poi i tecnici dell’INPS a fare successivamente le opportune verifiche di natura patrimoniale e reddituale. Il Reddito di emergenza partirà da quello di “ultima istanza” previsto dall’articolo 44 del decreto per estenderlo alle categorie attualmente “scoperte”. Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, il decreto di marzo lascia fuori da qualsiasi misura 800 mila lavoratori domestici (colf e badanti) e 1,1 milioni di lavoratori “saltuari”, di cui solo una piccola parte (15%) può forse usufruire di qualche trattamento di disoccupazione.

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