Campania, scatta l’obbligo di mascherina a Capri e Castellabate

Scatta l’obbligo di mascherina in due comuni campani. A Capri, in provincia di Napoli, e a Castellabate, in provincia di Salerno. Ma sarebbero molti altri i comuni pronti a seguire l’esempio, a meno che non provveda il governatore Vincenzo De Luca con un’ordinanza regionale.

Capri e Castellabate: obbligo di mascherina

Sull’isola di Capri lo ha deciso il sindaco Marino Lembo che ha comunicato di aver acquistato ben 30mila dispositivi di protezione per i 7400 abitanti dell’isola, a cui vanno aggiunte le prime 5000 mascherine cucite dalle sarte capresi. I dispositivi di sicurezza sono stati consegnati gratuitamente alla popolazione attraverso le farmacie, le parafarmacie e i negozi di alimentari. Le modalità della distribuzione di quelle acquistate dal Comune sono presenti sui istituzionali. Già da domenica i volontari della protezione civile sono saliti nella parte alta dell’isola, a Marina Grande e nel centro storico, per la consegna porta a porta ad ogni famiglia secondo il numero dei componenti.

Stessa scelta anche quella adottata dal sindaco di Castellabate, Costabile Spinelli. Con un’ordinanza, la n. 15 del 7 aprile 2020, il primo cittadino del centro costiero impone il rispetto di ulteriori disposizioni sul tema del contenimento dei rischi da contagio. Il primo riguarda l’obbligo da parte di tutti i cittadini, di ogni fascia di età, dell’utilizzo di mascherine e guanti monouso ogni qualvolta si lasci il proprio luogo di residenza a piedi o in auto.

Ipotesi obbligo in tutta la Campania

In realtà l’obbligo potrebbe estendersi a tutta la Regione. Dopo la Lombardia, infatti, e dopo la Toscana, anche Piemonte e Campania stanno valutando l’opportunità di adottare misure simili. Almeno laddove c’è il rischio di assembramento come uffici postali e supermercati. Una soluzione del genere è stata dottata in Friuli Venezia Giulia e Valle D’Aosta, regioni in cui vige l’imposizione di coprirsi naso e bocca, anche con una sciarpa, negli esercizi commerciali. Resta però il nodo della disponibilità dei dispositivi di sicurezza e le modalità di consegna. C’è chi spinge affinché siano gratuite e donate a tutti i cittadini, chi invece chiede di stabilire un prezzo “politico” per evitare speculazioni.

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