Uccisa e violentata da un uomo durante il periodo di quarantena. E’ successo a Buenos Aires. Vittima è una 30enne, María Florencia Santa Cruz, figlia di un commissario di polizia in pensione di Tigre, in provicia.
Strangolata, uccisa e violentata durante periodo di quarantena
La vicenda risale a due settimane fa ma in questi giorni sono emersi ulteriori dettagli. Il ritrovamento del suo corpo è avvenuto alle 3 di mattina del 3 aprile. Il cadavere della giovane era legato al filo spinato. Quello ai danni della 30enne è il nono femminicidio in Argentina da quando è scoppiata la pandemia coronavirus.
Secondo quanto emerso dall’autopsia effettuato, la giovane è morta per soffocamento. Prima, però, ha subito violenza sessuale. In un primo momento in assenza di segni di difesa, visibili, si era pensato che la ragazza si fosse tolta la vita, ma l’esame medico legale ha chiarito che non è andata così. Il sospetto è che il femminicida abbia messo in scena l’impiccagione per inscenare un suicidio.
Le indagini
A fare il ritrovamento sono stati proprio i poliziotti di pattuglia notturna per le strade. La donna era seminuda, indossava solo una maglietta e un paio di infradito, pantaloni e la biancheria intima erano stati gettati a un metro dal il corpo. La giovane donna è stata aggredita in strada da un uomo identificato come Santiago Ezequiel Hernández (32 anni). Il killer avrebbe approfittato delle strade deserte durante la quarantena imposta dal Governo per agganciare la sua vittima.
A inchiodarlo, però, sono state le tempestive analisi delle immagini delle videocamere di sorveglianza. Dopo averlo identificato, infatti, gli agenti hanno effettuato una perquisizione nel suo appartamento dove hanno trovato gli abiti che indossava al momento del crimine. Per lui è scattato l’arresto.