Gigi D’Alessio risponde alle accuse che vedono accostato il suo nome alla vicenda dei poliziotti corrotti. Lo fa utilizzando la pagina ufficiale di facebook e tuona: “Adesso basta! Capisco che la notorietà è una condizione difficile ma comincio a credere che nel mio caso si tratti di un genere letterario.Non c’è giorno che non debba leggere cose mi riguardano e che mi lasciano basito.”
Non è la prima volta che il nome del cantate viene accostato a vicende simili e a tal proposito scrive: “Quella di oggi è solo l’ultima. Vedere il mio nome associato ad una operazione anti mafia mi produce sbalordimento e irritazione assoluta.
Nel mio caso non viene mai rispettato non dico la privacy, di cui pare non abbia diritto, ma neanche un criterio di opportunità che cade davanti all’esigenza di fare un titolo di giornale.”
Riguardo alle modalità con le quali viene “scortato” per sposarsi in occasione dei suoi concerti, continua: ” Vengo prelevato dalla polizia o dai carabinieri e talvolta dai vigili urbani ogni qual volta faccio un concerto o partecipo ad un evento per ragioni di ordine pubblico. Non sono io che scelgo chi mi viene a fare la staffetta o quale corpo si occupa dei miei spostamenti, mi attengo a disposizioni che mi vengono date.”
Conclude il suo intervento sui social riferendosi al poliziotto che lo ha seguito in tourneé a New York:”Poi se un mio fan come del resto succede per altre migliaia decide di prendere un aereo per seguire un mio concerto a New York, cosa certamente non inusuale, e che questo sia un poliziotto o un ingegnere non è certamente una variabile di cui mi occupo anche se questo pare sia sufficiente per vedere il mio nome infilato in una storia di cui ovviante non so nulla.”