“Non aver consentito le consegne del cibo a domicilio è stata un’idiozia”. A riferirlo a Tele Club Italia è Stefano Caldoro, consigliere regionale della Campania, nell’ambito della trasmissione Tg Club – Speciale coronavirus.
Caldoro: “Partire subito con la fase 2. Idiozia negare consegne a domicilio”
L’ex governatore della Campania si è dimostrato molto critico nei confronti dell’operato di Vincenzo De Luca. “Il centrodestra ha chiesto di avviare subito la fase 2. Non è una polemica, ma una sollecitazione. Se la Liguria e il Veneto hanno riaperto i cantieri pur avendo una situazione epidemiologica peggiore della nostra, bisogna organizzarsi subito per riavviare la macchina economica della Campania”.
Ha sollevato molte polemiche l’argomento delle consegne a domicilio, a favore delle quali si sono battute in queste settimane molte associazioni di categoria del mondo della ristorazione. “In tutto il resto d’Italia, sin dall’inizio dell’emergenza, il cibo a domicilio era consentito – ha precisato Caldoro – la Campania era l’unica eccezione. Solo in queste ore De Luca ha emanato un’ordinanza che consente la riapertura di pizzerie e ristoranti, ma questo provvedimento è richiesto da tempo dal centrodestra. C’è stato un atteggiamento di chiusura eccessivo che non è legato alla tutela sanitaria. Se le regioni del Nord ci sono state riaperture, perché da noi no”.
“Inutile la chiusura dei confini regionali. Il problema è l’inverso”
Un passaggio anche sulla chiusura dei confini regionali di cui ha parlato il Presidente della Regione per tutelare la salute dei campani. “Questa questione non ha senso. Se riaprono le fabbriche, ognuno lavora nel suo territorio, non viene di certo in Campania. Se riaprono le fabbriche al Nord, il problema al massimo sarà inverso a quello posto da De Luca: come garantire in massima sicurezza il ritorno dei nostri concittadini campani che vanno al Nord”.
Infine Caldoro condivide la linea polemica di Matteo Salvini sulla situazione della sanità campana. “Ha ragione il segretario della Lega Nord, molti ospedali sono rimasti chiusi. Anziché fare le casette prefabbricate nei parcheggi, con un mese di ritardo e quando per fortuna l’emergenza è rientrata, sarebbe stato più opportuno realizzare quelle strutture negli ospedali dismessi o nei padiglioni inutilizzati come ce ne sono all’Ospedale del Mare. Tra l’altro mettere il marchio sulla mascherine non le rende più protettive. Perché pagare un costo in più per un timbro? Siamo in una di quelle situazioni che fanno preoccupare e generano una cattiva immagine del Sud”.