Dopo settimane di trattativa dall’Ue arriva una risposta alla crisi economica provocata dall’emergenza Coronavirus. Il Consiglio europeo ha dato il via libera ai Recovery fund. Ma di cosa si tratta?
Recovery fund: cos’è
Si tratterebbe un un nuovo fondo da istituire a livello comunitario, gestito dalla Commissione europea o, in alternativa, dalla Banca europea per gli investimenti (Bei).
Il fondo raccoglierebbe sul mercato 1.000 o 1.500 miliardi di euro attraverso l’emissione di obbligazioni, i cosiddetti Recovery bond (o Ursula bond, dal nome della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen).
Questi bond sarebbero garantiti dal bilancio europeo del settenato 2021-2027 incrementato con nuove contribuzioni dirette da parte degli Stati membri.
Le somme così raccolte sarebbero poi girate ai singoli Stati tenendo conto del livello di gravità di ciascuna situazione: in altre parole, i paesi più in difficoltà (come Italia e Spagna) riceverebbero più risorse di altri.
A fondo perduto o no?
Il Recovery fund è una sorta di compromesso tra la posizione di chi è favorevole a una mutualizzazione dei debiti a livello europeo (Italia e Spagna in primis, ma anche Francia) e chi è rigidamente contrario a una condivisione dei rischi (Germania, Olanda e i paesi baltici).
Dopo il via libera arrivato nel Consiglio europeo di ieri, però, c’è ancora un importante nodo da sciogliere. Bisogna decidere, in particolare, se, gli aiuti per i paesi in difficoltà saranno a fondo perduto (come chiedono, tra gli altri, Italia e Spagna) o se saranno prestiti (come vorrebbero ad esempio Germania e Olanda). Questo sarà il grande tema delle prossime settimane.