Coronavirus: l’esito dell’infezione si decide nei primi 10-15 giorni dal contagio

Coronavirus: l’esito dell’infezione si decide nei primi 10-15 giorni dal contagio. Secondo il modello scientifico elaborato da tre ricercatori italiani, l’infezione da Covid-19 si decide nelle prime due settimane. L’infezione causata dal virus è differente per ogni singolo essere umano, il tutto dipende dal bilancio tra la dose cumulativa di esposizione virale (la carica virale) e l’efficacia della risposta immunitaria innata locale.

Coronavirus, l’infezione

Prima fase del virus

  • L’immunità innata è debole, questa condizione si realizza in molti anziani e nei soggetti privi di anticorpi per difetti genetici.
  • L’esposizione cumulativa al virus è enorme, questa situazione si realizza per esempio tra medici e operatori sanitari che hanno curato molti pazienti gravi senza le opportune protezioni.
  • Si compie un esercizio fisico intenso e/o prolungato, con elevatissimi flussi e volumi respiratori, proprio nei giorni di incubazione immediatamente precedenti l’esordio della malattia, facilitando così la penetrazione diretta del virus nelle vie aeree inferiori e negli alveoli, riducendo fortemente l’impatto sulle mucose delle vie aeree, coperte da anticorpi neutralizzanti.

Come anticipa l’Istituito Superiore di Sanità e il Covid-19 superare tutte le “barriere” del nostro sistema immunitario allora continua indisturbato causando polmonite e rilasciando elevate quantità di antigeni. Il virus provoca grave infiammazione e innesca cascate di mediatori (complemento, coagulazione e tempesta di citochine) che portano a complicazioni che spesso richiedono terapia intensiva e, in alcuni pazienti, causano il decesso.

La ricerca italiana

I tre ricercatori Italiani hanno elaborato, sulla base delle evidenze scientifiche pubblicate fino ad oggi, il primo modello scientifico che spiega in modo coerente e unificante l’enorme diversità delle manifestazioni cliniche della COVID-19.

Il modello è di per sé un importante passo avanti nella lotta al virus, perché mette insieme tutte le tessere di un enorme puzzle e offre ai medici, ai ricercatori, agli amministratori il primo “navigatore” per meglio orientarsi nella prevenzione, diagnosi, sorveglianza e provvedimenti di salute pubblica.

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