13 casi in un mese solo all’ospedale di Bergamo. Si registra un incremento anomale tra i bambini della malattia di Kawasaki. E’ una malattia che colpisce i vasi sanguigni dei piccoli sotto i 10 anni con maggiore incidenza sotto i cinque.
Malattia di Kawasaki, incremento tra i bambini a Bergamo
La malattia provoca nei casi più gravi un’infiammazione delle coronarie, con conseguenti malformazioni che creano aneurismi e possono trascinarsi per tutta la vita. «La Malattia di Kawasaki — riassume il direttore del reparto dell’ospedale Papa Giovanni XXXIII di Bergamo, Lorenzo D’Altiga — è la patologia pediatrica che rischia di avere più conseguenze sull’età adulta».
Si è sempre ipotizzato che la malattia di Kawasaki fosse provocata da un’infezione virale che attiva il sistema immunitario. Secondo le prime teorie dei medici, è come se il coronavirus fosse diventato un motore più potente di quella stessa causa, scatenando reazioni immunitarie che scatenano «tempeste di molecole infiammatorie».
I sintomi
I sintomi con cui si sono presentati i bambini all’ospedale di Bergamo sono febbre elevata e duratura, eruzioni cutanee, gonfiore di mani e piedi. E sono gli stessi con cui si sono presentati i bimbi arrivati all’ospedale di Bergamo. Attualmente si registrano 10 casi nel giro di 30 giorni, contro i 2 o 3 che solitamente si presentano in un anno. Numeri che non sono sfuggiti, in particolare, al reumatologo pediatra Lucio Verdoni. Le diagnosi sono state quasi «automatiche». C’è una certezza: il collegamento col coronavirus.
Collegamento col coronavirus
“All’ospedale di Bergamo Giovanni XXIII sono 13 i casi registrati nell’ultimo mese, dai neonati ai 16enni, mentre finora ce n’erano stati al massimo quattro all’anno”, spiega al Fatto Quotidiano Lucio Verdoni, reumatologo e pediatria all’ospedale di Bergamo. E ancora, aggiunge: “Solo 2 dei 13 bambini sono risultati positivi al tampone, mentre 11 lo erano al test sierologico” aggiunge. Significa che gli altri 11 hanno avuto l’infezione in passato e hanno sviluppato gli anticorpi. Cifre che rendono abbastanza chiara, lampante, la probabile correlazione con il coronavirus.
“Pensiamo che sia una manifestazione dei bambini che hanno contratto il virus in modo asintomatico, per sviluppare poi questa infiammazione a distanza di tempo – aggiunge Verdoni -. Non abbiamo assoluta certezza che sia una patologia causata dal Covid-19, ma certo è che un aumento così significativo di casi in un solo mese, a partire dal 21 marzo e in concomitanza della pandemia, rappresenta un dato molto significativo”. Il quadro clinico poi è consistente con quello da Covid. Nei casi più gravi, i bambini ricoverati a Bergamo hanno sviluppano un’ infiammazione severa del miocardio e sono entrati in terapia intensiva. Insomma, le complicazioni e le minacce del coronavirus, in questo momento, sembrano essere tutto tranne che sotto controllo.